LA DISTANZA DI UN AMORE
Fandom: Pokémon Sword & Shield
Personaggi: Dandel, Laburno
Rating: SAFE
Parole: 985
Prompt: 22. Centimetri / Metri / Chilometri
Note:
Perché dopo la SacredShipping (Morty/Matsuba ed Eusine/Minaki), sono stati questi due a rubarmi il cuore.
Metri
Laburno aveva incontrato per la prima volta Dandel alla vigilia della Cerimonia d’Inaugurazione della Lega di Galar, mentre percorrevano con i loro Pokémon uno dei corridoi del Budew Inn.
Nel pensarci, ad anni di distanza, Laburno non poteva non pensare a quanto il destino avesse favorito in qualche modo il loro incontro, dato li aveva messi non solo nello stesso piano di quell’hotel occupato da altri Sfidapalestre e altrettanti turisti, ma anche con le stanze a pochissimi passi di distanza l’una dall’altra.
Probabilmente, in un altro universo, si sarebbero incontrati in tutt’altra situazione. Le loro camere si sarebbero ritrovate in corridoi diversi e magari non si sarebbero neanche presentati in modo decente fino alla finale e allo scontro che li avrebbe visti sicuramente come protagonisti. Ma il fato aveva voluto farli incrociare in quel modo, e Laburno ne era grato perché grazie a quegli esigui metri di distanza che separavano le loro porte era nata sia una sana rivalità che un solido rapporto di amicizia e complicità, al quale non sarebbe mai riuscito a rinunciare.
Ricordava benissimo l'energica stretta di mano che si erano scambiati e anche le chiacchiere esaltate che avevano animato il corridoio. D’altro canto Dandel era accompagnato da un Charmander, e per Laburno quella era stata la primissima volta dinanzi a quel Pokémon Lucertola proveniente da così lontano. E infine, come la più naturale delle conclusioni, avevano cercato il più vicino campetto d’allenamento di Steamington per dare vita alla loro rivalità.
Vittorie e sconfitte si erano alternate durante tutti i loro incontri, un equilibrio che dimostrava quanto entrambi fossero non solo quasi sullo stesso gradino ma anche il reciproco impegno per essere sempre all’altezza del rivale.
Alla fine, le sconfitte accumulate da Laburno erano aumentate, soprattutto da quando Dandel era diventato il Campione della regione, ma prima o poi quella lunga striscia positiva si sarebbe interrotta a suo favore. Ne era certo.
Chilometri
Il selfie sfocato di Dandel non poté non strappare un sorriso a Laburno.
-Perché non lasci fare tutto al tuo SmartRotom?-, digitò divertito, salvando ugualmente quello scatto.
Non era la prima foto sfocata o con una pessima inquadratura che Laburno riceveva dal Campione di Galar, infatti se avesse avuto voglia di sfogliare le immagini che Dandel gli aveva mandato da quando era iniziata quella sorta di ‘tradizione’, avrebbe sicuramente notato come gli scatti decenti fossero in netta minoranza in confronto a quelli usciti male.
Era infatti da oltre un anno, da quando gli impegni di Dandel come Campione si erano fatti più fitti e quelli di Laburno come neo-Capopalestra più pressanti, che avevano iniziato a scambiarsi messaggi e foto. Si era dimostrato l'unico escamotage per eliminare quella distanza impossibile da colmare con una semplice passeggiata lungo le Terre Selvagge.
Il senso di quella sorta di tradizione era semplice: potevano trovarsi agli estremi della regione, ma niente avrebbe impedito ed entrambi di sentirsi ogni singolo giorno.
E mentre Laburno riempiva Dandel di selfie stupendi - il suo SmartRotom sapeva benissimo come prendere il suo profilo migliore -, la scarsa abilità come fotografo dell’altro sembrava essere direttamente proporzionale al suo quasi assente senso dell’orientamento.
-Mi piace fare le cose manuali-, si difese prontamente Dandel qualche attimo dopo, per poi inviargli anche un secondo messaggio: -Come si sta oggi a Knuckleburg?-
Laburno si lasciò andare sul letto, togliendosi la fascia per capelli. Esitò per un momento prima di rispondere perché, per quanto fosse divertente scambiarsi foto, non poteva non negare di trovare talvolta insopportabile quella distanza.
-Soleggiato, ma da quel che ho visto nel bollettino meteo stanno per arrivare delle forti piogge-, rispose, cercando di nascondere l’improvviso malumore, -Su a Goalwick?-
-Freddo, non vedo l’ora di tornare più a sud. Magari come passo per Knuckleburg possiamo fare una lotta amichevole e poi andare a campeggiare nelle Terre Selvagge. Che ne dici?!-.
L’entusiasmo di Dandel era quasi palpabile nelle parole di quel messaggio, e Laburno non poté non lasciarsi contagiare da quella proposta, dimenticando all’istante la sua tristezza.
Era imbarazzante sapere di aver concesso a Dandel l’inconscio potere sul suo stato d’animo, ma era stata una cosa così naturale che Laburno non era stato in grado di impedire che accadesse.
-Certo che sì! Aspetta e vedrai, ho una nuova strategia. Ti lascerà con un pugno di sabbia-, scrisse rapido, sogghignando per la sua stessa battuta. Accompagnando il tutto con un selfie che lo ritraeva con un'espressione soddisfatta e maliziosa, e che nascondeva a malapena un: “Non vedo l’ora che tu sia qui con me”.
Centimetri
Il vento delle Terre Selvagge ululava forte fuori dalla tenda ma Laburno neanche lo sentiva.
Le sue orecchie fischiavano e il viso sembrava quasi sul punto di andare a fuoco, ma ad essere sinceri non gli importava granché, perché le labbra di Dandel erano sulle sue, un poco screpolate ma calde, ed era tutto quello che sentiva di desiderare in quell’istante.
Non era certo di sapere come fossero arrivati a quel punto - ad eliminare definitivamente anche la più piccola distanza che li poteva separare -ma gli sembrava di aver finalmente raggiunto il giusto epilogo di quel loro rapporto nato anni prima nella stanza del Budew Inn a Steamington.
Erano diventati rivali e amici, e insieme avevano percorso fianco a fianco tutta la sfida delle palestre. Poi le loro strade si erano quasi divise, portandoli spesso lontani l’uno dall’altro. E infine… quello.
Uno dei loro tanti incontri strappati ai rispettivi impegni, nei quali si concedevano quella piccola fuga nelle Terre Selvagge, lasciando fuori dalla loro tenda i titoli che li avevano resi noti per tutta Galar. Rivali e amici, e… dopo quel primo bacio, nato quasi per caso mentre ridevano e scherzavano, così vicini da poter sentire l’uno il respiro dell’altro sulla propria pelle, Laburno si ritrovò a sperare di poter non solo dare anche un altro nome al suo rapporto con Dandel, ma anche di poter descrivere quella situazione più come un prologo, l'inizio di qualcosa, che un epilogo.