![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Fandom: Cowtverse
Personaggi: Yande, Leste
Rating: SAFE
Parole: 1785
Prompt: Cowtverse
Note:
Riassumiamo un po' la situazione. Vedo Yande. Carnagione scura. Ero già innamorata. Vedo che ha delle frecce ed ero già tipo partita per mille filmini. Esce la bio ufficiale, leggo "balestra" e il mio cuore esplode. Personaggio del cuore. Best characters ever. Il tutto migliorato quando mi viene confermato che è ambidestro. È il personaggio della vita.
Userò termini tecnici delle balestre perché… beh, sono una balestriera irl e posso donare a Yande la mia conoscenza e pure a voi nelle note finali.
Il silenzio del campo di tiro del palazzo veniva rotto solamente dal netto e secco suono della verretta scoccata da una balestra manesca. Dapprima si poteva sentire lo scatto della noce e della corda quasi all'unisono e infine, il duro 'tac' della punta del dardo che si conficcava nel legno duro del bersaglio. Poi, di nuovo il silenzio.
Yande, soddisfatto dal suo tiro, abbassò la sua manesca, permettendo ai muscoli tesi del suo braccio di rilassarsi. Prese un bel respiro e si sistemó, con un gesto distratto, gli occhiali dalla fine montatura che gli erano leggermente scivolati sul naso.
Con la staffa puntata per terra, caricó per l'ennesima volta la balestra afferrando la corda con le mani e tendendola quasi fino allo stremo per portarla alla noce, dove vi si incastrò con un netto 'clack'. Con la massima attenzione sollevò l'arma e ne sostenne il peso con una sola mano, utilizzando l'altra per prendere un nuova verretta dalla faretra posta sulle sue spalle. La posò sulla leggera incanalatura della piastra di ferro, incastrandola sulla noce.
Erano tutti movimenti metodici, lenti e calcolati, ma soprattutto tutto anche abituali che Yande riusciva ormai a compiere quasi senza pensare. Infatti, se l'uomo si trovava proprio in quel campo da tiro deserto, era proprio per allontanare ogni pensiero e rilassarsi, ma più di ogni altra cosa per ritrovare l'equilibrio.
Sapeva di essere oscenamente sicuro di sé, ed era pienamente consapevole sia delle sue abilità che della sua magia, e proprio per quello sapeva di aver bisogno di tanto in tanto di quegli attimi, lontano da tutto e tutti.
Sollevò infatti l'arma fino a posare la guancia sul legno finemente intagliato della sua arma e, senza perdere la sua concentrazione, puntó gli occhi sul bersaglio. Il braccio in tensione come la corda della balestra, il fiato trattenuto per evitare qualsiasi tremolio che avrebbe potuto inficiare il suo tiro.
Immobile studiò il vento, le labbra si strinsero ulteriormente e con un semplice tocco del grilletto, il dardo si conficcò con quel suo secco 'tac' nel bersaglio.
«Complimenti, un tiro davvero impeccabile!»
Fu un applauso introdurre quella frase che, sfortunatamente, spezzò sia il silenzio del campo da tiro che la concentrazione di Yande, costringendo quest'ultimo a voltarsi verso uno dei porticati in pietra bianca.
Nascosto nella penombra, vi era Leste dell'Orologio uno degli stregoni chiamati in quel luogo per risanare le Lande. Solo quando i loro occhi si incrociarono, il più giovane sembrò decidersi ad abbandonare il suo riparo camminando lentamente verso di lui con un leggero e delicato ondeggiare di fianchi. La luce del sole lo colpì subito, facendo quasi brillare quella sua pelle chiara e liscia come la porcellana.
A Yande, non era mai piaciuto eccessivamente quel ragazzino. Troppi erano i pettegolezzi che giravano attorno a Leste e non era sua intenzione vedersi associato a lui, gettandosi praticamente in pasto alle malelingue. Anche se, ovviamente, non poteva negare di trovarlo piacevole alla vista e anche stuzzicante a livello personale.
Si trattenne dall'accoglierlo con un ben poco gentile "che cosa ci fai qui?", preferendo rivolgergli uno sguardo tra l'interrogativo e l'ostile. Un messaggio chiaro, se solo il più giovane avesse voluto afferrarlo, cosa che evidentemente sembrava non voler fare.
«I miei complimenti sono sinceri, Yande», proseguì infatti Leste, affiancandolo, «non hi mai visto nessuno brandire un'arma così 'rozza' in modo così 'elegante'. Senza rendermene conto, sono quasi rimasto incantato da te».
Parlava in modo chiaro, senza un particolare accento o inclinazione. Ogni sua parola sembrava essere studiata, così come la sua dizione impeccabile. Erano dettagli che Yande non era solito lasciarsi sfuggire, abituato com'era a giudicare sia le persone che gli animali.
«Personalmente ho sempre preferito l'arco alle balestre», proseguì il più giovane, e a Yande non restò altro se non emettere un basso sospiro, toccandosi la montatura degli occhiali in quel suo gesto inconscio e ormai automatico.
«L'arco è un'arma più semplice della balestra. Il portamento richiesto dall'arco deve sposarsi con l'equilibrio del fisico», gli spiegò paziente, incerto se volesse o meno dare una lezione di manesca a quel ragazzino. O meglio: se quella sua zona di pace fosse il luogo adatto per mettere da parte i suoi dubbi nei confronti di Leste.
«Stai stuzzicando il mio interesse, Yande», svelò il più giovane, inclinando il capo e sollevando lentamente le maniche della camicia che indossava, mostrando i polsi fini e la pelle chiara tanto quanto l'altro era scuro, «mi chiedo… potresti farmi da insegnante?», domandò un breve momento di silenzio, nel quale probabilmente aveva permesso a Yande di far scorrere lo sguardo sulle sue braccia messe a nudo.
Sembrava quasi una seduzione e, vista la fama del più giovane, quella forse era la realtà. Yande, tuttavia, sembrò voler scorgere in quelle parole melliflue anche un pizzico di sfida, un qualcosa che per carattere difficilmente sarebbe riuscito a rifiutare, infatti fu il pensiero di poter mostrare a quel ragazzino quanto le balestre fossero delle armi tanto eleganti quanto letali a spingerlo ad accettare.
Le intenzioni di Leste rimanevano in ogni caso chiare, e Yande non escludeva che quell'improvviso interesse nei suoi confronti doveva essere nato proprio a causa del suo atteggiamento scostante.
Come un bambino capriccioso, Leste sembrava voler sempre ottenere ciò che non poteva avere... e che, in quel preciso caso, non avrebbe mai avuto. Perché Yande non era solito concedersi a chiunque, men che meno a dei ragazzi come lui.
Eppure quella silenziosa sfida lo aveva incuriosito, e non tentò neanche di nascondere un'espressione compiaciuta quando porse all'altro la balestra. Era pesante, all'incirca tra i sette e gli otto chili, e sarebbe stato interessante vedere quel ragazzino, dal fisico così esile, cercare di sostenere quel peso solo con un braccio.
Leste accettò l'arma, inarcando le sopracciglia quando la sentí gravare sulle sue braccia, tuttavia la sostenne senza lasciarla cadere. La osservò a lungo, sfiorando con la sola punta delle dita prima il delicato grilletto e poi gli le decorazioni del legno. Era una carezza volutamente lenta, studiata per attirare lo sguardo e, forse, accendere anche i desideri delle persone, e quella considerazione sembrò venire confermata quando Leste alzò lo sguardo su Yande. Gli brillavano gli occhi e le sue labbra erano piegate in un sorrisetto quasi infantile, sul quale però balenó rapida la lingua per inumidirle.
«Allora, la prima lezione?»
Yande raccolse allora da terra il caricatore meccanico della balestra, rimasto fino a quell'istante abbandonato a neanche un metro dalla sua postazione. Era raro per lui utilizzarlo, visto che caricava l'arma a mani nude, ma era ugualmente abituato a portarsi dietro anche quel meccanismo e dubitava che Leste fosse in grado di emularlo.
«Il caricamento prima di tutto», rispose, spiegandogli poi come sistemare la staffa per terra e come posizionare il caricatore in modo da poter tendere la corda.
Leste sembrò ascoltarlo con attenzione, cercando infine di eseguire le sue indicazioni. Inizialmente mostrò un po' di difficoltà ma, dopo qualche tentativo, la corda andò ad incastrarsi nella noce con un suono secco.
«L'arco è più veloce», constató il più giovane, sollevando di nuovo la balestra, facendo attenzione a non sfiorare il grilletto.
«La balestra sa essere più precisa e potente», rispose Yande, assicurando il caricatore alla cintura e prendendo una delle verrette dalla faretra.
«Mi chiedo se… siano anche dei tuoi pregi~», insinuó l'altro con tono malizioso. Sarebbe stato semplice rispondere per le rime, ma Yande preferì non mostrare alcuna reazione né interesse, perché quello era un gioco che si faceva in due e lui non era interessato… o quanto meno non alle regole di Leste.
Con tono calmo, infatti, ignorò quel quesito e spiegò al ragazzino come imbracciare l'arma e fu lui stesso a posare il dardo sulla lastra in ferro quando l'altro si trovò nella posizione giusta.
«Resta immobile», gli disse a quel punto, «trattieni il respiro e prendi la mira», proseguì, aggiungendo poi quali punti seguire per essere sicuro di aver preso bene la mira.
Leste non parve seccato dalla mancanza di reazioni da parte Yande, ma il suo viso fece trasparire quasi rispetto e concentrazione per quello che stava per fare. Era sicuramente consapevole della pericolosità dell'arma che aveva tra le braccia e probabilmente proprio per quello sembrava aver ridotto al minimo i suoi tentativi di seduzione.
Quel pensiero fece quasi sorridere Yande, espressione che mutò in un ghigno quando noto il braccio teso di Leste tremare ed abbassarsi un poco. Fu in quel momento che decise di intervenire e di farlo secondo le sue regole. Non era minimamente interessato a sedurre Leste - anche perché sapeva che gli sarebbe bastato un solo cenno per averlo, anche in quel preciso istante -, ma l'idea di ripagarlo con la stessa moneta non gli dispiaceva.
Portò infatti la mano sulla balestra per aiutare Leste a sorreggere quel peso, andando al tempo stesso ad accostare il suo corpo contro quello del più giovane.
Lo sentí irrigidirsi per un momento, ma proprio per via della pericolosa arma che teneva imbracciata e carica Leste evitò di sottrarsi a quella posizione.
«Mantieni la schiena dritta», gli sussurró piano, abbassando il capo per poter soffiare quelle parole direttamente nell'orecchio dell'altro, «come ti ho detto prima… il portamento del tiro con l'arco deve sposarsi con l'equilibrio del tuo corpo».
Leste piegò un poco le labbra in un sorrisetto, appoggiandosi contro il corpo di Yande.
«In questo modo?», domandò, sfregando le natiche contro il più grande.
Yande mantenne salda la presa sulla balestra, ma non reagì a quella provocazione tutt'altro che inaspettata. Era complicato mantenere quel controllo, ma Yande traeva più soddisfazione nel frustrare Leste che nel concedergli qualcosa.
«Prendi la mira e premi il grilletto» riprese infatti e neanche un secondo dopo, forse guidato dalla fretta il più giovane scocco la sua verretta che colpì il bersaglio senza però avvicinarsi al centro.
Leste abbassò la balestra e si voltó verso Yande in attesa di commenti, ma questi non arrivarono perché l'uomo decise di prendere subito le distanze, avanzando verso i bersagli per poter recuperare i dardi.
«Allora?», lo incalzó Leste, seguendolo con la balestra in spalla.
«Hai molto da imparare», rispose Yande, riponendo le verrette nella sua faretra.
«Con un buon insegnante come te… potrei diventare un ottimo alunno~», insinuó il più giovane con quella sua espressione compiaciuta e furba che, senza ombra di dubbio, era stata un grado di sedurre più di un uomo.
Yande recuperó la balestra e si sistemò gli occhiali, rivolgendogli un ghigno di sfida, certo che Leste avrebbe subito colto le implicazioni delle sue parole.
«Mi spiace, ma non ho mai accettato allievi», rispose con tono calmo, dando poi le spalle al più giovane per allontanarsi e ritirarsi nelle sue stanze, ritrovandosi però a sorridere quasi divertito quando la voce di Leste lo raggiunse con un: «Per ora~»