Between twinsParole: 3220
Prompt: La V
Quando Uzui aveva pagato uno 'spettacolo privato' al Kizuki Private Club a tutti i suoi amici, Rengoku non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in quella situazione.
Prima di tutto, la sua stessa presenza in quel luogo era quasi considerabile un errore. Quel night club, dal dubbio intrattenimento, non rientrava nel ‘suo genere di locale’... ma Uzui era stato categorico: voleva che i suoi migliori amici trascorressero una vistosa e indimenticabile serata per il suo addio al celibato.
Cosa che, onestamente, non aveva senso visto che era Tengen quello che doveva sposarsi e passare una serata unica. Uzui però amava sorprendere le persone... e nessuno di loro era realmente in grado di frenarlo in quelle occasioni.
«Io avrò le mie tre mogli, quindi spetta anche a voi un po' di divertimento, così non sarete gelosi!» aveva detto, mostrandosi sordo a tutto il resto... e Kyojuro si era trovato chiuso in una stanza con due gemelli che, battibeccando tra di loro, avevano iniziato a leccargli il cazzo.
Ovviamente Rengoku aveva cercato di impedirlo ma alla fine aveva ceduto a causa del 'senso di colpa', perché quando uno dei due gemelli - quello dai capelli rosa - gli aveva detto di rilassarsi perché ‘stavano solo cercando di fare il loro lavoro', Kyojuro non era riuscito a non pensare al fatto che il suo rifiuto avrebbe potuto metterli nei guai.
Non sapeva come funzionava quel club né se Uzui avesse pagato in anticipo… ma erano dei ragazzi giovani, forse avevano bisogno di quei soldi.
Poteva pagarli lui? Ma… non aveva con sé tanti contanti, e quel luogo gli sembrava davvero costoso.
Si era fatto prendere un poco dal panico e, infine, anche dall'eccitazione perché Tengen sapeva benissimo quanto avesse sempre trovato eccitanti le coppie di gemelli. Era un kink che aveva rivelato al suo amico quando ancora frequentavano l'università e, evidentemente, Uzui non lo aveva mai dimenticato.
Si era quindi arreso e aveva permesso ai gemelli di farlo sedere su una sedia. Gli avevano aperto i pantaloni e, mentre tiravano fuori il suo cazzo, avevano iniziato a discutere su chi avrebbe dovuto fare cosa.
Poteva sembrare una scena divertente e sciocca, ma Kyojuro la stava percependo in modo totalmente diverso: aveva tra le gambe due splendidi ragazzi che stavano decidendo chi tra loro avrebbe dovuto iniziare a leccargli per primo il cazzo, come se fosse una dettaglio di vitale importanza.
Era eccitante, e sicuramente la situazione, insieme alle birre che si era scolato prima di trovarsi rinchiuso in quella sala privata, non lo stava aiutando a restare lucido.
Alla fine, i due gemelli sembravano aver trovato un accordo e avevano iniziato entrambi a percorrere il suo cazzo con la lingua. Si muovevano lenti, alternandosi sui testicoli e sul glande come se fossero abituati a muoversi in quel modo - lo erano, realizzò distrattamente, era il loro lavoro.
Kyojuro riusciva a malapena a trattenere i propri gemiti e non era neanche in grado di distogliere lo sguardo dai volti concentrati dei gemelli che continuavano a leccare il suo pene o a succhiare leggermente qualsiasi centimetro di pelle avessero a disposizione.
Osservava le loro lingue calde e umide saettare fuori dalle loro labbra, e restava anche affascinato dalle loro folte ciglia rosa che si adagiavano sulle loro guance arrossate ogni volta che chiudevano gli occhi... ma più di ogni altra cosa Kyojuro si sentiva quasi senza fiato quando i due alzavano lo sguardo su di lui.
Avevano degli occhi incredibili. Oro come il sole uno e l’altro azzurri come il cielo.
Ogni secondo che passava lo portava sempre più vicino all'orgasmo, e per quanto avrebbe voluto far durare il più possibile quel momento, era certo che non sarebbe stato in grado di resistere oltre.
Infatti tremò quasi violentemente. I suoi muscoli sobbalzarono facendolo irrigidire sulla sedia, dalle sue labbra sfuggì un gemito strozzato, leggermente più alto dei precedenti... e come se i due gemelli avessero compreso le sue intenzioni, si fermarono all'improvviso.
Il gemello dai capelli scuri e gli occhi color del cielo - che sembrava chiamarsi 'Kuji' -, serrò con decisione la mano attorno alla base del suo cazzo per impedirgli di venire, mentre l'altro gemello - che probabilmente si chiamava 'Kaza' - gli rivolse un sorriso quasi felino.
«Mi dispiace~» dichiarò senza però mostrare una vera afflizione. «Ma abbiamo altro in serbo per te~»
Kyojuro, seppur frustrato dal mancato orgasmo, non poté non tremare per le parole di Kaza. Non sapeva quali accordi avesse preso Uzui né quali fossero le intenzioni dei due, ma era talmente eccitato da non volerci dare peso.
Si alzarono entrambi arretrando di qualche passo per ossevare Rengoku, rimasto seduto sulla sedia.
Kaza si appoggiò con un braccio alla spalla dell'altro, assumendo una posizione rilassata.
Indossavano entrambi dei jeans scuri e stretti, che fasciavano le loro gambe muscolose come una seconda pelle. Il loro petto, ampio e muscoloso, era coperto da un gilet in pelle, talmente attillato che Rengoku penso che ad entrambi sarebbe bastato prendere un respiro un po’ più profondo per far saltare via i bottoni che lo tenevano chiuso.
Avevano entrambi dei tatuaggi geometrici, se così potevano definirsi. Kuji aveva tre linee nere come l’inchiostro che abbracciavano entrambi i suoi avambracci, mentre Kaza portava delle linee blu notte - quasi nere - sulle braccia e probabilmente anche sul torso.
Avevano un qualche significato? Erano veri o finti?
«I pantaloni. Toglili,» ordinò Kuji, con tono fermo e deciso, spezzando il filo dei pensieri di Rengoku e riportandolo alla realtà.
Kyojuro deglutì e, senza pensarci due volte, cercò di eseguire subito l'ordine, scoprendosi ancor più eccitato alla sola idea di non sapere che cosa gli sarebbe successo.
Lasciò i pantaloni sullo schienale della sedia, e si tolse poi anche i boxer quando Kaza gli disse di farlo.
Era imbarazzante trovarsi quasi nudo davanti a due sconosciuti, ma non poteva neanche evitare di trovare quella stessa situazione altrettanto eccitante - il solo fatto di non avere il controllo lo arrapava.
«Non trovi che sia davvero carino, Kuji?» domandò Kaza.
L'altro emise un vago verso d'apprezzamento, squadrandolo da capo a piedi.
«Devi ritenerti fortunato, Kyo~ piaci anche a mio fratello, e lui è sempre così schizzinoso~»
Il diminutivo del suo nome lo stranì per un momento, ma ricordò subito che era stato Uzui a fornire il suo nome in quel modo - almeno aveva avuto la decenza di non dare le sue vere generalità.
Kuji sbuffò e, scostando il fratello, si avvicinò a Rengoku.
«Kyo-san, hai due scelte,» gli disse con tono calmo. Tra i due la sua voce era leggermente più profonda, quasi calda.
«La prima è la 'perquisizione del poliziotto'!» esclamò Kaza. «Mani al muro e gambe larghe. E noi ti perquisiamo con molta attenzione!»
Kyojuro deglutì, ed annuì.
«La… s-seconda?» chiese, schiarendosi la voce.
«Vedi quel letto?» domandò Kuji, indicando con un cenno del capo il lato della stanza. «Ti distenderai lì e ci guarderai mentre ci masturbiamo sopra di te…»
Rengoku tremò da capo a piedi, e tremò visibilmente quando Kaza aggiunse: «Scommetto che ti faremo venire anche senza toccarti~»
Onestamente gli bastava anche solo pensare a quelle due ipotesi per sentirsi vicino all'orgasmo, ed era palese che Uzui avesse dato delle indicazioni su come soddisfarlo.
Avrebbe voluto insultare il suo migliore amico per averlo costretto in quella situazione, ma dall'altra parte si sentiva talmente eccitato da non volersi realmente arrabbiare.
«Che cosa scegli, Kyo?» domandò Kaza.
Kyojuro si leccò inconsciamente le labbra e il suo sguardo corse verso il letto, e quella sembrò essere una risposta più che esaustiva per i due gemelli. Infatti si lasciò guidare dai due sul letto e si sedette sul bordo senza riuscire a commentare.
Sentiva la gola improvvisamente secca e fu quasi tentato dall'iniziare a masturbarsi quando vide Kaza avvicinarsi al fratello. Lo abbracciò da dietro, facendo aderire i loro corpi, e, dopo aver appoggiato il mento sopra la spalla del gemello, portò le mani sugli stretti pantaloni jeans indossati da Kuji.
Il bottone venne fatto scivolare fuori dall'isola e, lentamente, la zip venne spinta verso il basso.
Rengoku seguì quei movimenti volutamente lenti con il cuore in gola e trattenne a malapena un gemito quando Kaza iniziò a far scendere i pantaloni di Kuji lungo i fianchi. Si abbassò con loro, seguendo il percorso tracciato dai muscoli del gemello e, con un sorrisetto compiaciuto, aiutò il fratello a togliergli del tutto.
A quel punto fu il turno di Kuji di aiutare Kaza a spogliarsi, e Kyojuro fu certo di non aver mai visto in tutta la sua vita nulla di più sensuale.
Erano fisicamente identici se si escludevano i capelli, gli occhi e i tatuaggi - fino a quel momento non aveva mai pensato che i tatuaggi potessero essere sexy -, e… imprecò internamente: erano decisamente il suo tipo ideale di ragazzo.
Rimasti con addosso solo dei jockstrap neri e l'attillato gilet in pelle, che accentuava le forme muscolose dei loro corpi, i due gemelli si avvicinarono al letto. Gli tolsero la camicia e, sempre senza parlare, lo fecero scivolare indietro sul letto fino a fargli appoggiare la schiena contro la testiera.
Lo raggiunsero subito dopo sul morbido materasso che si piegò un poco sotto il loro peso, e si sedettero letteralmente sulle cosce di Rengoku. Sembravano due predatori che avevano appena messo in trappola la loro preda, ed erano pronti a giocarci, consci che non se la sarebbero mai lasciata sfuggire.
Fu Kaza il primo a muoversi, facendo leggermente ondeggiare il bacino contro la coscia di Kyojuro.
«Noto che ti piace quello che vedi,» commentò senza nascondere il suo compiacimento. «Mi fai quasi venire voglia di mangiarti.»
«Ricordati che non puoi morderlo, Kaza…» gli ricordò Kuji, sporgendosi in avanti per appoggiare una mano accanto alla testa di Rengoku, come per sorreggersi. Si abbassò fino a sfiorargli l’orecchio con le labbra.
«A meno che…» riprese con voce leggermente più roca. «Kyo-san non voglia essere divorato.»
Rengoku ansimò e strinse i pugni sulle lenzuola. Il respiro caldo di Kuji gli accarezzava l’orecchio e il collo, e non poteva ignorare neanche il fatto di sentire chiaramente i testicoli di Kaza sfregare contro la sua coscia.
«Non mi dispiacerebbe,» ammise Kaza. «Ma non mi dispiacerebbe neanche farmi divorare da lui.»
«Dimmi, Kyo-san… ti piacerebbe mangiare mio fratello?» domandò Kuji, iniziando a sua volta a muovere il bacino.
Kyojuro gemette e si sforzò di non far tremare troppo la voce quando cercò di rispondere.
«Sì,» ammise.
«In tal caso, potrei permetterti di toccarlo se lo desideri,» proseguì Kuji, e come se non avesse aspettato altro, Kaza prese la mano di Rengoku per portarsela alla bocca.
Con un sorrisetto che gli faceva brillare gli occhi color del sole, Kaza iniziò con il baciargli i polpastrelli per poi far saettare fuori dalle sue labbra la lingua per leccare in modo quasi osceno le sue dita e il palmo della mano.
Kyojuro ansimò ancora e, come se le azioni di Kaza non fossero già abbastanza, Kuji si sollevò per scostare di lato il jockstrap e liberare la propria erezione. La strinse con decisione con la mano e iniziò a muoverla lentamente, ansimando direttamente contro l’orecchio di Rengoku.
Si sentiva travolto da quelle sensazioni, incapace di concentrarsi solo su uno dei due gemelli perché l’altro era sempre pronto a battersi per ottenere le sue attenzioni.
Kaza infatti non gli permise di osservare a lungo suo fratello, perché dopo avergli succhiato con attenzione le dita, spinse la mano umida di saliva di Kyojuro tra le proprie gambe, e Rengoku poté sentire l’erezione del gemello dai capelli rosa sotto le sue dita.
Si lasciò guidare dall’istinto e afferrò senza pensarci la stoffa elastica del jockstrap per spostarla di lato ed afferare il cazzo per iniziare a masturbarlo.
Kaza gemette e spinse subito i fianchi verso la sua mano, e Rengoku non poté non assecondare il suo movimento.
«Sembra che a mio fratello piacciano proprio le tue mani,» commentò Kuji con voce ancor più profonda, continuando a muovere la mano sulla sua erezione. «Ma sai, in quanto gemelli… siamo molto competitivi,» aggiunse, leccandogli l’orecchio. Kyojuro inclinò istintivamente il capo per lasciargli più spazio e quasi sobbalzò quando sentì i denti di Kuji stringersi sul suo lobo.
Stavano realmente per mettersi a competere per le sue attenzioni?, si chiese Rengoku trovando quel pensiero altrettanto eccitante.
Le dita di Kuji gli percorsero lo sterno, spostandosi per potergli pizzicare un capezzolo. Kyojuro emise un altro gemito, sorpreso dalla scarica di piacere che si riversò sul suo cazzo.
«Fallo ancora,» suggerì Kaza. «Voglio sentirlo ancora gemere in quel modo,» e Kuji assecondò subito il desiderio di suo fratello, torcendo il capezzolo di Rengoku. Lo tirò verso l’alto per poi massaggiarlo delicatamente con i polpastrelli.
«Ti piace, Kyo-san?» gli chiese Kuji, e Kyojuro mosse il capo, annuendo. Era certo che dalla sua bocca non potessero uscire altro che gemiti in quel momento.
«Muovi più veloce la mano, Kyo,» lo incoraggiò invece Kaza, e Rengoku cercò di ubbidire.
Gli sembrava assurdo ma gli sembrava che ogni singola parte del suo corpo stesse tremando e che gli bastasse una sola carezza per venire. Il suo cazzo rimbalzava contro il suo ventre ad ogni sussulto e gemito, la punta umida di sperma.
Voleva che lo toccassero. Voleva toccarsi a sua volta. Aveva bisogno di venire.
Cercò di portare la mano libera tra le sue gambe, ma Kuji lo fermò.
«Mi dispiace, Kyo-san,» gli disse con voce bassa, rotta un poco dai gemiti. «Mio fratello vuole che tu vederti venire senza che qualcuno ti tocchi…»
Rengoku ansimò e annuì ancora, come se ogni desiderio dei gemelli fosse legge anche per lui.
«Ma puoi toccare anche me, se lo vuoi,» aggiunse Kuji. Si sedette ancora sulla gamba di Kyojuro e guidò la mano sulla sua erezione. Gli fece premere il palmo contro il cazzo, schiacciandolo contro la pelle sudata della coscia, e Rengoku neanche fece in tempo a comprendere le sue intenzioni che si ritrovò a gemere sorpreso quando Kuji iniziò a muovere i fianchi, sfregando la propria erezione sia sulla coscia che contro la mano di Kyojuro, sfruttando quello spazio che si era creato come se fosse un buco.
Il ritmo di Kuji era deciso e i suoi gemiti, caldi e sensuali, si unirono a quelli del gemello che a sua volta si stava muovendo, scopando la mano di Kyojuro come se non gli importasse altro in quel momento. Aveva tirato il capo indietro, mostrando l’invitante linea del suo collo abbracciata dai tatuaggi.
In netto contrasto con i versi rochi e caldi di Kuji, Kaza gemeva senza alcuna vergogna, pronunciando il suo nomignolo - «Kyo!» - in modo osceno, e per un momento Rengoku sperò di poterlo sentire usare il suo vero nome.
Perso in quei pensieri e incantato dalla vista di quei due splendidi ragazzi che usavano il suo corpo per trarre piacere, Kyojuro raggiunse l’orgasmo senza poter far nulla per trattenersi o prolungare quel momento.
Il suo corpo si tese, e stringendo con più forza la mano attorno al cazzo di Kaza, lo sentì gridare e aumentare con maggior enfasi i movimenti.
«Kyo… Kyo…» ripeteva con tono lascivo che si fece molto più acuto quando a sua volta raggiunse l’orgasmo.
Kuji sembrò aver atteso solo che suo fratello venisse per riversarsi a sua volta nella coscia e nella mano di Kyojuro, come se il fatto di essere venuto per ultimo fosse una sorta di vittoria in quell’assurda competizione tra gemelli.
Era… finito?
Kyojuro tenne gli occhi chiusi, ansimando con la bocca aperta per cercare di recuperare fiato e controllo di ogni singolo muscolo del suo corpo. Forse stava esagerando, forse si trattava semplicemente della situazione anomala e nuova nella quale si era trovato… ma si sentiva pronto a giurare di non aver mai provato un orgasmo più intenso di quello.
I due gemelli si allontanarono dal suo corpo dopo qualche minuto dopo essersi a loro volta ripresi dall’orgasmo, e si sedettero sui rispettivi bordi del letto per lasciargli spazio di respirare e di muoversi se lo desiderava.
«Peccato, è già passata la nostra ora insieme,» commentò Kaza con tono stanco e anche sinceramente deluso - Kyojuro non era certo di capire se stesse mentendo o se fosse per davvero dispiaciuto, ma in ogni caso permise al suo ego di gonfiarsi almeno un poco.
Rengoku si mise seduto e scivolò verso la base del letto. Aveva le gambe e la pancia sporche di sperma e, ovviamente, non si sarebbe potuto rivestire in quelle condizioni.
Aprì la bocca e guardò alle sue spalle i due gemelli. Kaza si era alzato e aveva preso una bottiglietta d’acqua da un minifrigo accanto al letto, lanciandone un’altra al fratello.
«Ecco…» esordì nervoso.
«Il bagno è nella porta sulla sinistra,» gli indicò Kuji, anticipando la sua domanda.
«Oh… grazie,» mormorò Rengoku e, senza aggiungere altro, afferrò i suoi indumenti e si chiuse nel bagno che gli era appena stato indicato.
Fece girare la chiave nella serratura come per proteggersi da quello che si nascondeva dietro la porta, e si appoggiò con la schiena contro di essa. Nascose il viso tra le mani ed emise un verso privo di senso.
Il solo pensare a quello che era appena accaduto gli faceva provare sentimenti fortemente contrastanti. Da una parte avrebbe voluto trovare un fosso per nascondersi al suo interno, mentre dall’altra si sentiva sul punto di masturbarsi ancora come un adolecente arrapato.
«Datti una calmata,» borbottò per cercare di calmarsi.
Doveva darsi una lavata e… andare via. Sperare che il resto dei suoi amici avesse finito, qualsiasi cosa stessero facendo - e non aveva assolutamente intenzione di pensare a quello che Uzui aveva organizzato per Shinazugawa, Tomioka, Himejima e Iguro -, e tornare a casa.
Si raddrizzò e si accostò al lavandino, afferrando uno degli asciugamani lasciati a disposizione per i clienti.
Rengoku si lavò come meglio poteva e, solo quando si ritenne soddisfatto e abbastanza calmo, indossò di nuovo i suoi abiti cercando al tempo stesso di non guardarsi mai allo specchio. Non era certo se si trattasse di imbarazzo o se invece non desiderasse vedere un sorriso da ebete sul suo viso. In ogni caso, evitò accuratamente di guardarsi in qualsiasi superficie riflettente.
Sospirò e, passandosi una mano tra i capelli, uscì dal bagno.
Si aspettava di trovarsi da solo, per quel motivo rimase sorpreso nel vedere i gemelli distesi sul letto. Kaza era praticamente semi disteso sul petto di Kuji, con le gambe intrecciate a quelle del gemello che gli accarezzava la nuca come se fosse un gattino.
Per un momento, Kyojuro desiderò tornare su quel letto, ma riuscì a trattenersi e a puntare lo sguardo sulla porta: la sua via di fuga.
«Io… andrei ora… va bene?» domandò incerto.
«Uzui-san ha già saldato i conti, Kyo-san,» rispose Kuji, continuando a far scorrere la mano tra i capelli rosa del fratello.
«Uhm… grazie,» bofonchiò Rengoku, muovendosi verso la porta.
Doveva dire altro? Era stupido ringraziarli? Non sapeva assolutamente come comportarsi!
«Torna a trovarci presto, Kyo! Devo ancora divorarti~» lo salutò Kaza, e Kyojuro, per quanto volesse realmente fuggire per ritrovare l’equilibrio e il controllo che aveva perso durante quella serata, non riuscì a non rispondere con un sincero: «Alla prossima volta allora!»
Non sapeva con quale faccia o coraggio avrebbe rimesso piede nel Kizuki Private Club, ma… voleva davvero tornarci.