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SECONDA MISSIONE - Simboli e Archetipi
Titolo: La porta chiusa
Rating: NSFW
Personaggi: Hakuji Soyama, Akaza Soyama
Warning: Alternative Universe, Incest, Akaza e Hakuji sono gemelli
Prompt: La Porta Chiusa
Parole: 1010
 

Per quanto Hakuji fosse per lo più una persona paziente e dall'indole controllata, grazie anche alla disciplina che aveva acquisito tramite le arti marziali, suo fratello gemello Akaza era e sarebbe rimasto il suo unico punto debole.

Agli occhi di tutti potevano anche apparire come una normalissima coppia di gemelli, con le loro stranezze e unicità, ma quando si chiudevano dietro la porta della loro stanza tutto cambiava.

Il loro rapporto andava oltre il legame di parentela, erano semplicemente due persone che riuscivano a sentirsi complete solo quando si stringevano l’uno all’altro.

Hakuji era pienamente consapevole di quanto quei sentimenti e desideri fossero profondamente sbagliati e, per giustificarsi, alcune volte ripeteva a se stesso che lui e Akaza erano un'unica anima in due corpi diversi e che quindi stavano semplicemente cercando di restare uniti.

Altre volte, invece, tentava di convincersi che si trattasse solo di una fase, nella quale volevano sperimentare. Ma gli anni passavano e quella cosiddetta ‘fase’ non era mai passata e si era invece evoluta portandoli a oltrepassare il limite dei baci nascosti, delle carezze un po’ troppo intime.

Hakuji amava Akaza e lo considerava per questo il suo punto debole, l’unico in grado di fargli perdere la testa e portarlo a ragionare con tutto tranne che con la testa… e, sfortunatamente, suo fratello era al corrente dell’effetto che aveva su di lui.

Infatti, Akaza era sempre il primo ad accendere la miccia quando si trovavano nella loro stanza, protetti dalla porta chiusa, come se non attendesse altro se non far esplodere Hakuji… ed era quello che stava per accadere in quel momento.

Akaza era nudo sul letto. Sul viso teneva premuta una maglietta di Hakuji, mentre con l'altra mano percorreva, con un ritmo lento ma regolare, la sua erezione.

Gemeva il nome di Hakuji, ansimava... e i suoi occhi non si erano mai allontanati da quelli del gemello che lo aveva scoperto in quelle condizioni.

"No, non scoperto," si corresse subito Hakuji. "Voleva che io lo trovassi così."

Ne era certo, così come sapeva che non sarebbe mai riuscito a resistere ad un'offerta simile. Un invito irrifiutabile a cedere alla tentazione.

Hakuji sapeva benissimo che quella fosse una trappola e che stava per cadere di nuovo vittima di quella relazione che li portava ad essere sbagliati sotto ogni punto di vista, ma come sempre si sentiva altrettanto pronto a mandare a quel paese tutto pur di stringere Akaza a sé.

E… voleva distruggerlo. Voleva sentire Akaza gridare il suo nome. Voleva vederlo contorcersi per il piacere che solo lui poteva dargli.

Perché Akaza era suo.

Il suo gemello. Il suo migliore amico. Il suo amante.

Era tutto.

Chiuse la porta e fece scattare la serratura, sentiva il sangue pulsare e il cuore battergli nelle orecchie.

«Io... io ti rovino,» ansimò infine Hakuji, lasciando cadere per terra la cartella di scuola.

Senza più esitare, si fiondò sul letto riducendo la distanza che lo separava da Akaza.

Le loro bocche si cercarono subito in baci voraci e quasi violenti, mentre le mani di entrambi cercavano alla cieca di liberare Hakuji dall'ingombro degli indumenti.

La divisa scolastica si accumulò ben presto ai piedi del letto e, finalmente nudo, Hakuji poté finalmente sentire il suo corpo contro quello di Akaza.

Erano uguali ed erano perfetti insieme.

Gemette piano per quella sensazione, percorrendo il corpo del fratello con la punta delle dita, continuando a intrappolare le sue labbra in lunghi e umidi baci.

«Buon trombaversario~» commentò Akaza quando ebbe abbastanza fiato per parlare.

Aveva allargato oscenamente le gambe per poterlo attirare a sé e, senza alcuna cerimonia, aveva portato entrambe le mani sull'erezione di Hakuji, cercando di guidarla verso il suo orifizio.

«Che stai dicendo?» mugugnò Hakuji, trattenendosi a stento dall'affondare subito all'interno del caldo e stretto corpo del fratello. Spinse però, senza alcuna cerimonia, due dita all'interno del corpo di Akaza e non poté evitare di gemere ancora nel rendersi conto che il suo gemello si era già preparato.

Era ancora deliziosamente stretto ma i muscoli cedevano dolcemente alla sollecitazione e sentiva l’orifizio umido per il lubrificante che aveva utilizzato.

«È l'anniversario della prima volta che mi hai scopato, ed io che credevo che fossi tu quello sentimentale,» sogghignò Akaza, la sua voce però aveva assunto un toni leggermente più acuto a causa delle dita di Hakuji che si erano spinte contro la sua prostata.

Hakuji insistette su quello stesso punto, elaborando come meglio poteva l’affermazione del fratello.

Non ricordava nemmeno che fosse già passato un anno dalla loro prima volta, e men che meno pensava che Akaza si fosse ricordato il giorno preciso. Ciononostante, non diede granché peso a quelle implicazioni - che potevano essere tanto imbarazzanti quanto pericolose - per concentrarsi sul presente e sul fatto che si sentisse per l'ennesima volta pronto ad esplodere a causa di suo fratello.

«Sei un idiota,» esalò Hakuji decidendo di cambiare improvvisamente posizione.

Afferrò Akaza per una gamba, costringendolo a sollevarla fino a fargliela agganciare sulla sua spalla. Suo fratello emise un mugugno sorpreso nel ritrovarsi semi disteso su un fianco, e solo in quel momento Hakuji, senza più pensare, guidò la sua erezione contro l'orifizio del gemello.

Si spinse dapprima lentamente, forzando l'apertura ad accoglierlo, poi affondò con più decisione abbattendo con quell'unico movimento qualsiasi resistenza.

Hakuji strinse le labbra, soffocando un gemito, e si lasciò premiare da quello che riuscì a strappare ad Akaza.

Non distolse mai lo sguardo dal viso del gemello mentre si spingeva dentro di lui. Il volto di Akaza era sicuramente lo specchio del suo, le guance rosse sulle quali si posavano le loro lunghe ciglia rosate, le labbra socchiuse dalle quali uscivano i gemiti… ancora una volta il pensiero di quanto tutto quello fosse sbagliato e malato si insinuò nella sua mente, ma Hakuji lo scacciò via.

Cercò ancora la bocca di Akaza, mettendo a tacere ogni insicurezza e dubbio, perché fin quando erano insieme solo loro avevano senso. Era il resto del mondo ad essere sbagliato.


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