Tra i due litiganti... [CAP 1]
Mar. 4th, 2025 06:25 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Prompt: Entrò nella stanza chiedendosi perché lo stesse facendo. (They walked into the room wondering why they were doing it.)
Rating: SAFE
Personaggi: Rengoku Kyojuro, Akaza Soyama, Hakuji Soyama, Tengen Uzui
Warning: Modern!AU, Hakuji e Akaza sono gemelli, Futura 3some
Parole: 1550
Rengoku entrò nella stanza chiedendosi perché lo stesse facendo.
Erano le quattro in punto e già sapeva che cosa sarebbe accaduto da lì a poco nel Kimetsu Café. Poteva restare in magazzino, controllare le scorte e lasciar finire il suo turno di lavoro, eppure quando il giovane Kamado gli aveva chiesto una mano alla cassa… lui non era stato in grado di rifiutare. A suo rischio e pericolo.
Guardò nervosamente l’orologio mentre prendeva posto davanti alla cassa e poco dopo, come una condanna, arrivò una maliziosa affermazione da parte di Tengen, accompagnata dalla campanella attaccata alla porta.
«Guarda, sono arrivati i tuoi clienti preferiti~»
Perché aveva lasciato il magazzino?
A quel punto a Kyojuro non rimase altro se non indossare il suo miglior sorriso per accogliere i clienti appena entrati.
«Benvenuti al Kimetsu Café. Prego accomodatevi, sarò da voi in un momento!» annunciò con voce alta, cercando di non incrociare lo sguardo dei due ragazzi.
Non era la prima volta che veniva messa in atto quella scenetta e, suo malgrado, sapeva anche che non sarebbe stata l'ultima.
Da mesi ormai Akaza e Hakuji Soyama, quello era il nome dei due clienti, erano diventati la sua croce. Ogni pomeriggio, i due si presentavano al Kimetsu Café e lì per Kyojuro iniziava una battaglia contro un mostro che non voleva saperne di restare nascosto.
Inizialmente le visite dei gemelli non avevano destato alcun sospetto nè preoccupazione in Rengoku che, anzi, si era anche detto felice alla prospettiva che il Kimetsu Café avesse guadagnato dei nuovi clienti fissi… ma aveva presto compreso che i due non si presentavano lì per il loro ottimo servizio, né tanto meno per l'ambiente accogliente o per la scelta proposta dal menù.
Akaza e Hakuji erano lì per lui.
Sulle prime avevano esternato il loro interesse con delle cospicue mance e lunghe chiacchierate al bancone, poi la situazione era andata incontro ad una lenta e inesorabile degenerazione.
Hakuji, che tra i due era sempre sembrato quello più riservato e riflessivo, dopo aver scoperto della passione di Kyojuro per il Sumo era arrivato a regalargli diversi libri sull’argomento - che Rengoku aveva cercato di rifiutare, anche se alla fine era stato quasi costretto ad accettare, complice la sua curiosità. Più volte aveva dimostrato pure di essere non solo ferrato nell’argomento, ma era addirittura arrivato a citare alcuni dei più grandi lottatori di Sumo della storia.
Oltre quello, Hakuji aveva anche messo in mostra le sue doti da artista. Infatti alcune volte donava a Kyojuro dei piccoli ritratti fatti sul suo album da disegno, annunciando, con lo sguardo serio e la voce calma, che era stato proprio Rengoku a ispirarlo.
E Kyojuro, che ovviamente non era mai stato ‘la musa ispiratoria’ di qualcuno, si sentiva sia sconcertato che emozionato da quei regali così personali.
Poi c’era Akaza. Era sicuramente intelligente e talentuoso come il fratello, ma esternava il suo interesse in modo ben più plateale, meno subdolo.
Ad esempio era sempre presente quando arrivavano i rifornimenti per la dispensa del Kimetsu Café, ed era infatti solito offrirsi volontario per aiutare Kyojuro a scaricare e sistemare la merce. Cosa che era non solo vietata - Akaza non era un dipendente e non poteva di certo svolgere quelle mansioni - ma anche non necessaria, visto che Rengoku poteva benissimo fare da solo o con l’aiuto dei suoi colleghi.
Era inoltre più malizioso di Hakuji, ed era stato il primo a chiedere chiaramente a Kyojuro di ‘uscire con lui’ - davanti a tutta la clientela e allo staff del Café. Per non parlare del fatto che, una volta, aveva addirittura cercato di fare un murales, raffigurante proprio Rengoku, davanti al locale… ed era una fortuna che fossero intervenuti sia Hakuji che Sanemi ad impedirgli di completare quella colossale opera d’arte.
E così come era accaduto con Hakuji, Kyojuro aveva iniziato a nutrire gli stessi sentimenti anche per Akaza.
Provava qualcosa per entrambi i gemelli, e benché fosse ampiamente ricambiato, Rengoku sapeva, suo malgrado, di non potersi esporre apertamente.
Non solo Kyojuro non poteva frequentare dei clienti - non era una regola del locale, era solo un qualcosa che lui utilizzava per negare l’evidenza -, ma accettare i sentimenti di Akaza avrebbe significato ferire Hakuji e viceversa.
Inoltre, cosa non meno importante, avrebbe rischiato di rovinare il già precario rapporto che i due gemelli sembravano condividere.
Sembravano sempre pronti a saltarsi al collo nel loro continuo ‘gareggiare’ per ottenere le attenzioni di Kyojuro. Come due pavoni che facevano la ruota.
Scosse il capo, allontanando quell’immagine, e tolse il block-notes dalla tasca del grembiule, impugnando la penna per raggiungere il tavolo occupato dai due ragazzi.
«Salve!» li salutò di nuovo. «Avete deciso cosa prendere?»
Gli occhi di entrambi si posarono su di lui, e Kyojuro si sentì quasi spogliare dalle loro iridi, abbracciate da lunghe ciglia rosee.
«Sorprendimi, Kyojuro~» rispose prontamente Akaza. La sua bocca si era piegata in un sorriso e, per un momento, Kyojuro fu quasi certo che il ragazzo si fosse leccato le labbra, come se fosse pronto a divorarlo.
Allontanò quel pensiero, concentrandosi invece sull'ordine di Akaza. Non era la prima volta che chiedeva a Kyojuro di preparargli qualcosa a sua scelta, e se sulle prime Rengoku l’aveva trovato divertente, aveva presto capito che quello era un modo per ‘ottenere’ una vittoria sul fratello.
Appuntò quindi qualcosa sul block-notes e, come si era ormai abituato a fare, sviò la discussione con un: «Chiederò a Kanroji-san se può prepararti qualcosa fuori dal menù.»
Un lampo di ilarità e soddisfazione attraversò gli occhi azzurri di Hakuji, mentre in quello di Akaza apparve un pizzico di delusione - era un prezzo da pagare per evitare che si facessero strane idee.
Si rivolse poi verso Hakuji che, ricambiando lo sguardo, gli donò un sorriso educato ma non meno carico d’affetto.
«Io prendo una spremuta d’arancia. E, se possibile, vorrei un toast con pane integrale,» rispose, permettendo a Kyojuro di segnare anche quell’ordinazione sul suo block-notes.
Rengoku annuì, sforzandosi di mostrarsi sia imperturbabile che cordiale.
«Grazie. Tornerò presto con le vostre ordinazioni,» annunciò e si allontanò rapidamente per poter comunicare alla cucina la comanda per il tavolo dei gemelli.
Si nascose a quel punto nella dispensa, permettendosi di sfogare le sensazioni che aveva nascosto fino a quel momento.
Premette le mani contro il viso, sentendolo caldo, mentre il cuore sembrava saltare da una parte all'altra di tutto il suo corpo, battendo furiosamente. Diventava sempre più difficile controllarsi e fare finta di niente.
Soffocò un lamento e alzò lo sguardo quando Tengen, con un sorrisetto, lo raggiunse nel suo rifugio.
«Se non ti volessi bene ti definirei ‘patetico’,» lo stuzzicò.
Rengoku non ebbe la forza di ribattere e si limitò a scoccargli un'occhiata più disperata che seccata.
«Quando ti deciderai a farti un giro su quella giostra?» continuò Tengen, affiancandolo.
Kyojuro, reso ancora muto dal groviglio di emozioni, scosse il capo.
«Togliti lo sfizio, andiamo!»
Non era la prima volta che il suo amico cercava di corromperlo con quelle insinuazioni. In genere Rengoku riusciva a ignorarlo, ma in quel momento non poté fare a meno di guardarlo.
«Sai che non posso,» rispose.
«E perché? Ti muoiono dietro da mesi. Buttati e basta!»
Kyojuro, in qualche modo, riuscì ad evitare di arrossire ulteriormente.
«Prima di tutto sono clienti. E non voglio ferirli scegliendone uno all'altro…» ammise, cosa che però fece ridere non poco Tengen.
«A nessuno importa se ti scopi un cliente. Poi… chi ti dice di dover scegliere? Andiamo Kyojuro, sei mio amico e non ci arrivi?»
Rengoku lo guardò stranito, cercando di capire cosa volesse dirgli Uzui, e solo dopo qualche istante esalò un «Oh!» di pura comprensione.
Tengen era in una relazione polisessuale. Non si trattava di un gioco né di qualcosa di osceno: Uzui era praticamente sposato felicemente con tre splendide donne.
«Ci sei arrivato!»
«Ma… è diverso! Sono fratelli!» cercò di difendersi Kyojuro.
L'idea di avere entrambi lo aveva sfiorato più volte, non lo negava. Akaza e Hakuji erano belli e affascinanti, e solo uno sciocco non avrebbe fantasticato su di loro ma non aveva mai pensato che potesse essere un'ipotesi reale.
Tengen però lo stava facendo sembrare quasi semplice, come se Rengoku fosse stato uno stupido ad aver atteso così tanto.
«Vedila così, se accettano di condividerti, probabilmente, ti farai la scopata più bella della tua vita. Se invece rifiutano perderanno interesse e tu sarai libero.»
La conclusione di Tengen era più che sensata. Sembrava un ultimatum: o tutti o nessuno.
Kyojuro sentì di nuovo il viso andargli a fuoco ma riuscì a nascondere il suo disagio all'idea della ‘scopata più bella della sua vita’, ben consapevole del fatto che Uzui avesse ragione - cosa che non gli avrebbe mai detto per evitare di gonfiare ulteriormente il suo ego.
Si ricompose e, per evitare di crollare come un castello di carte, mandò Tanjiro a servire al tavolo dei gemelli una volta che il loro ordine fu pronto.
Restò quindi dietro il bancone a servire gli altri clienti, ma alla sua mente era ormai altrove, in una linea temporale nella quale trovava il coraggio e le parole giuste per dire ad Akaza e Hakuji che era interessato a entrambi, e che se volevano far funzionare quella cosa dovevano accettare una threesome.