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Fandom: Bungou Stray Dogs

Personaggi: Dazai Osamu, Oda Sakunosuke

Rating: SFW

Parole: 1000

Prompt: Cucciolanza

Note:

  1. Ambientata subito dopo la prima scena del film di BSD con Oda che inizia ad adottare gli orfanelli.


Quando Odasaku gli aveva mandato un messaggio con su scritto: "Mi dispiace, ma non credo potrò venire a bere al Lupin", Dazai era passato dal sentirsi un po' tradito dall'altro uomo - era un loro appuntamento, una tradizione! - al provare un vago e sempre più acuto senso di preoccupazione.

Era raro per Odasaku mancare un loro incontro. Si erano incontrati sotto la pioggia o con la neve, reduci missioni estenuanti e anche con qualche ferita ancora aperta, ma nessuno dei due aveva mai rinunciato ad una delle loro bevute settimanali al Lupin.

Di conseguenza, si disse con le braccia incrociate al petto, doveva essere accaduto qualcosa di importante o di grave per spingere Odasaku a rimandare il tutto. O almeno quelle erano le sue conclusioni.

E pur non volendosi immischiare nella vita privata dell'altro uomo, Dazai sentiva pure l'impellente bisogno di sapere e di dare una spiegazione a quell'assenza a suo dire immotivata.

Ci mise meno di cinque minuti per decidere di lasciar vincere la sua curiosità, e ci mise ancora meno per riuscire a rintracciare il cellulare di Odasaku che, cosa che lo lasciò non poco spiazzato - pur essendo sospettabile, altrimenti non gli sarebbe mai venuto in mente di rintracciarlo -, non si trovava nel suo appartamento.

Era localizzato all'altezza di un piccolo ristorante e Dazai non poté non accigliarsi.

"Se Odasaku voleva mangiare qualcosa poteva pure dirmelo! Saremmo potuti andare insieme!", pensò con sempre quel vago accenno di tradimento che gli ribolliva in petto.

Si mise in marcia verso il ristorantino, pronto a fare 'una sorpresa' all'altro uomo e magari fargli venire i sensi di colpa con qualcosa del tipo: «Sono COSI' triste e abbattuto dal tuo abbandono che credo utilizzerò questa trave per impiccarmi!»

Gli sembrava un'idea geniale, forse era un colpo un po' basso ma Odasaku aveva rinunciato alla loro bevuta al Lupin per fare chissà cosa e Dazai sapeva di meritarsi una piccola vendetta.

Il ristorantino era modesto e piccolo, più simile a una tavola calda o take-away. Non catturava l'occhio dei passanti e, onestamente, neanche Dazai vi avrebbe mai prestato troppa attenzione, lo stava facendo solo perché sapeva che Odasaku si trovava proprio in quel luogo.

Vi guardò all'interno e poi, aggrottando le sopracciglia, controllò di nuovo il suo cellulare per verificare che fosse la posizione esatta. Odasaku era lì, ma non era seduto al bancone né sui tavolini.

La questione si stava facendo sempre più strana e Dazai, con le mani in tasca, decide infine di fare il suo ingresso all'interno del locale e chiedere direttamente al proprietario che fine avesse fatto Odasaku.

Poteva fare ipotesi su ipotesi, ma non aveva abbastanza elementi per trarre le sue conclusioni, di conseguenza aveva bisogno di più informazioni.

La campanella del ristorantino trillò al suo ingresso, e l'uomo dietro il bancone gli rivolse un sorriso cordiale e gentile.

"Non sembra un malvivente", appuntò mentalmente Dazai, ricambiando il sorriso forse in modo un po' più falso che amichevole.

«Salve, sto cercando un mio amico. Mi ha detto che lo avrei trovato qui... mi sa aiutare?», domandò, modulando la sua voce per farla suonare affabile, «È alto più o meno così, capelli rossicci. Espressione seria, voce profonda».

«Oh! Parli di Oda-san!», rispose l'uomo, «Gli ho appena affittato l'appartamento sopra il ristorante, lo troverai sicuramente lì. È un ragazzo dal cuore d'oro, sono felice di aiutarlo», aggiunse come se fosse un qualcosa di estremamente importante.

Dazai sorrise mostrandosi grato per le informazioni appena ricevute, facendosi però poi pensieroso nell'analizzare quelle parole.

Perché Odasaku aveva affittato quell'appartamento? Non stava bene in quello offerto dalla Port Mafia? Stava forse nascondendo qualcosa?

Guardò le scale dell'appartamento e, sempre più deciso a vederci chiaro, le salì rapidamente fino a fermarsi davanti alla porta chiusa dalla quale sentì provenire un pianto. Si irrigidì, seriamente confuso, ma quello non gli impedì di bussare.

Venne raggiunto da dei rumori concitati e il viso stanco di Odasaku apparve qualche attimo dopo da uno spiraglio della porta. Il pianto sembrò farsi più forte, cosa che gli fece quasi dimenticare il motivo della sua presenza in quel luogo.

«Dazai», Odasaku lo salutò in quel modo, aprendo del tutto la porta. Aveva tra le braccia due fagottini, che strillavano come degli ossessi.

Aprì bocca senza però sapere esattamente cosa dire, e fu l'altro uomo ad anticiparlo con un: «Tieni Shinji per un momento».

E Dazai, senza potersi sottrarre, si ritrovò con uno di quegli esserini tra le braccia.

«Che cosa devo farci con questo?», esclamò cercando di capire come tenerlo.

«Cammina e basta», rispose Odasaku tranquillo, spostandosi dalla porta.

Dazai, quasi in preda al panico, fece ciò che gli era stato detto senza capire che cosa gli stesse succedendo. Sapeva solo di avere tra le braccia un infante che strillava e piangeva come se gli stessero strappando via le unghie una ad una.

Senza un motivo apparente, quel suo movimento, sembrò riuscire a placare il pianto della bestia e tirò un sospiro di sollievo - ma non si azzardò a fermarsi.

Lanciò un'occhiata a Odasaku, ormai seduto sul pavimento con un'altra di quelle minacce tra le braccia.

«Quindi... non sei venuto al Lupin per questo?», domandò piano, aveva quasi paura di spaventare ancora uno di quei mostri.

«Sì», assentì l'uomo, dando da mangiare a quel piccolo coso, «doveva essere un segreto», aggiunse, senza però sembrare troppo seccato dal fatto che Dazai avesse ficcato il naso nei suoi affari.

«Non... non sono figli tuoi, vero?»

«Sono orfani», rispose alzando lo sguardo verso Dazai, che non poté non sentire il cuore mancare un battito senza un apparente motivo.

Esitò poi si costrinse ad esalare un: «Awww», forse per scacciare via quello strano disagio, «il vecchietto del locale aveva proprio ragione nel dire che hai un cuore d'oro».

Era ancora un po' confuso e aveva ancora bisogno di tante risposte, ma almeno, si disse continuando a camminare con quel neonato tra le braccia, Odasaku non lo aveva tradito con nessuno ed aveva avuto un buon motivo per non presentarsi al Lupin.

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