L'Isola

Mar. 3rd, 2020 04:22 pm
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[personal profile] kurecchi
 

Fandom: Pokémon

Personaggi: Laburno, Dandel

Rating: SFW

Parole: 1105

Prompt: Sudafrica - https://cdn.pixabay.com/photo/2017/05/08/15/11/mountain-2295679_1280.jpg

Note:

  1. La spiaggia e l’isola dell’immagine sono diventate Poni e l’Isola Exeggutor di Pokémon Sole e Luna/UltraSole e UltraLuna


Il profilo dei un'isola si stagliava nell'orizzonte e Laburno, seduto sul suo telo mare, lo aveva osservato per dieci minuti buoni prima di voltarsi verso Dandel che, disteso sull'asciugamano, sembrava intenzionato a godersi ogni singolo raggio di quel sole.

E Laburno, se non fosse stato animato dalla curiosità, gli avrebbe anche permesso di riposare... ma aveva ben altre priorità, ed era certo che anche l'altro allenatore avrebbe approvato la sua idea.

«Ho sentito dire che quell'isola è abitata da dei Pokèmon di tipo Drago giganteschi», commentò infatti, sollevando con un dito gli occhiali da sole per lanciare un'occhiata significativa al suo compagno.

Dandel si mise a sua volta seduto con un'espressione sorpresa e curiosa in viso.

«Davvero?»

«L'ho sentito dire dal Professor Kukui», precisò come per dare un peso maggiore alle sue affermazioni. Dandel guardò prima il viso di Laburno, per poi portare gli occhi rapidamente prima sull'isola che si intravedeva nell'orizzonte e poi sul suo SmartRotom.

Probabilmente, si disse Laburno, stava valutando il tempo che avevano a disposizione in quella mezza giornata libera.

Alola era grande e loro, sfortunatamente, non erano lì per un viaggio di piacere. Infatti avevano lasciato Galar per partecipare ad un torneo di doppio nell'Albero Lotta della Regione, nel quale avrebbero preso parte coppie di allenatori provenienti da ogni parte del mondo e loro erano stati scelti come rappresentanti di Galar.

Quella era stata la scelta più ovvia. Gloria, la neo-campionessa della Lega, era sicuramente un'ottima allenatrice ma non aveva la stessa esperienza e conoscenza che Laburno e Dandel avevano sviluppato in anni e anni di amicizia e rivalità. Sapevano come combattere l'uno di fianco all'altro ed erano certi che avrebbero dato filo da torcere a tutti i loro avversari.

In ogni caso, avevano raggiunto Alola il giorno prima dopo un lunghissimo e stancante viaggio in aereo, e visto che le Fasi Preliminari del Torneo si sarebbero tenute in serata ad entrambi era sembrato più che naturale - oltre che necessario - il voler seguire il consiglio del Professor Kukui di trascorrere l'intera mattinata di riposo nella bellissima spiaggia di Poni.

Il fuso orario e il viaggio li avevano stesi e sapevano senza alcun ombra di dubbio di avere bisogno di recuperare le forze, e quel luogo paradisiaco era perfetto con la sua fine sabbia dorata, il mare cristallino ed il venticello fresco.

«Abbiamo abbastanza tempo», commentò Dandel, riportando lo sguardo sul viso di Laburno, «come ci arriviamo?»

Il sorriso del Capo Palestra si allargò nel sentire quella domanda.

«Possiamo usare Flygon e Charizard», dichiarò con tranquillità, «sono abituati a viaggi ben più lunghi per Galar».

Dandel balzò in piedi scrollandosi da dosso la sabbia che, nonostante il telo mare, era riuscita ad attaccarsi al suo corpo.

«Perfetto. Mi farai strada tu però», aggiunse con un mezzo sorrisetto che fece scoppiare a ridere Laburno.

«Sarebbe... un vero casino se ti perdessi proprio prima del torneo», assentì ritirando il telo nella sua sacca, dalla quale prese la pokéball del suo pokémon. Lo liberò subito, venendo seguito all'istante da Dandel e dal suo Charizard.

«Siamo pronti?», domandò Laburno, accarezzando il muso di Flygon - che emise un verso compiaciuto per quelle attenzioni.

«Sempre», ribatté l'altro.

Esaltati da quell'avventura, salirono in groppa ai loro compagni e li incitarono a prendere il volo. Amavano entrambi spostarsi in quel modo, infatti a Galar avevano sempre preferito i loro pokémon al VoloTaxi di Corviknight, perché solo in quel modo potevano godere della vista migliore. Certo, anche con il VoloTaxi raggiungevano le stesse altitudini, ma era diverso. Non sapevano neanche loro dare una vera e propria spiegazione, ma in ogni caso di una cosa erano certi: la vista della spiaggia di Poni dall'alto era stupenda.

Si vibrarono in quell'area per qualche momento, osservando il paesaggio dell'isola maggiore sotto di loro, e solo dopo quell'attimo di pausa Laburno spinse Flygon verso la loro vera meta.

Il viaggio fu breve grazie alla velocità dei loro pokémon e in men che non si dica i due allenatori atterrarono nell'isolotto.

«Okay. Ora dobbiamo solo trovare questi pokémon Drago giganti!», dichiarò emozionato Dandel.

«Se sono 'giganti' non dovrebbe essere difficile trovarli», constatò Laburno, richiamando nella pokéball Flygon ed iniziando sin da subito a guardarsi attorno.

La flora e la fauna non sembrava tanto diversa da Poni, il che era normale vista la vicinanza tra l'isola più grande e quella, vi erano le stesse colonie di Pelipper, alcuni Gastrodon immersi nell'acqua e anche altri pokémon autoctoni di Alola... ma dei Draghi giganti non vi era neanche l'ombra.

Ovviamente Laburno si rifiutava di credere che il Professor Kukui l'avesse imbrogliato, ma quell'isola sembrava seriamente troppo normale.

«Ho... visto una palma muoversi», mormorò ad un certo punto Dandel, afferrandogli il polso con la mano per attirare la sua attenzione, «intendo... una vera palma! Si è spostata!»

«Come scusa?», domandò Laburno, sorpreso e spiazzato da quell'affermazione.

«Guarda!», esclamò l'altro in risposta, indicando un 'boschetto di palme' nel quale, effettivamente, anche Laburno scorse un movimento.

Rimasero entrambi immobili, osservando la pianta muoversi solo per rendersi conto, in modo abbastanza ovvio, di non avere davanti una palma ma un pokémon gigante.

«Sarà... quello il Drago?!», domandò estasiato dalla singolarità di quel pokémon, così diverso da quelli che aveva imparato a conoscere e amare a Galar.

«Per essere gigante... beh lo è. Deve essere lui per forza», rispose Dandel a sua volta ammirato da quella visione.

«Sì ed è... fantastico», esalò infine Laburno, continuando ad osservare l'immenso pokémon - che sicuramente superava i dieci metri di altezza - spostarsi lento per l'isola, seguito dagli altri suoi compagni che fino a quel momento erano rimasti mimetizzati con le altre palme.

Dandel rispose con un mugugno d'assenso, facendo scivolare lentamente la mano - ancora stretta sul polso di Laburno - su quella del compagno. Le loro dita si intrecciarono lente ma sicure, come se in quell'istante avessero entrambi bisogno di avvertire la rispettiva presenza per restare 'nel mondo reale'.

A Galar avevano imparato a nascondere quei piccoli gesti di affetto, non per la mentalità della popolazione - che era parecchio aperta - ma per la loro notorietà che avrebbe sfortunatamente portato attenzioni indesiderate. In quel luogo, però, vi erano solo loro ed i pokémon, nessuno li avrebbe paparazzati né giudicati.

Si concessero un sospiro quasi sollevato nel potersi concedere quella stretta di mano così intima. Un peso sembrava aver abbandonato le loro spalle, rendendole più leggere.

«Sono... felice di essere qui con te», mormorò a quel punto Dandel, sincero ed emozionato.

Laburno, distogliendo finalmente lo sguardo dal pokémon, gli rivolse un sorriso e si sporse verso di lui per rubargli un bacio sulle labbra che valeva più di mille altre parole.


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