Feb. 19th, 2020

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Fandom: Pokémon

Personaggi: Laburno, Dandel

Rating: SAFE

Parole: 1225

Prompt: Omegaverse / Ossessione / "Stop texting me weird stuff so late at night"

Note:

  1. Ambientata prima di SwoShi. Dandel ha 16 anni e Laburno 17


Lavanda e camomilla.

Quell'odore gli era rimasto impresso nella mente, e per quanto avesse tentato di ripetersi: "È uno dei tuoi migliori amici, non puoi rovinare tutto solo perché Dandel è un omega e ti piace il suo profumo", Laburno non era riuscito a dimenticarlo né a levarsi dalla testa ciò che aveva desiderato fargli.

La presentazione di Dandel come omega era arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio mentre erano insieme nelle Terre Selvagge a cucinare il curry, e se non fosse stato per Sonia - che era una beta -, probabilmente Laburno si sarebbe lasciato trascinare dai suoi ormoni da diciassettenne e soprattutto dall'impulso dell'alfa. Ma Dandel sapeva di lavanda e camomilla, e gli era sembrato irresistibile. Era un profumo così rilassante e rassicurante, affascinante ed eccitante.

"Pianatala! Dandel è il tuo rivale e uno dei tuoi migliori amici!", si rimproverò ancora, lanciandosi sul suo letto a pancia in giù.

Erano passati a malapena tre giorni e lui già si sentiva al limite della sopportazione.

Pochissimi giorni e a Laburno invece sembravano essere trascorsi mesi interi, nei quali aveva alternato momenti di chiara e imbarazzante ossessione verso Dandel e il suo odore, e altrettanti dove si ammoniva per quel suo atteggiamento più da alfa che da umano.

La cosa peggiore era che, ovviamente, non aveva avuto modo di vedere Dandel neanche di sfuggita. Lo avevano portato in una Casa per Omega, il luogo più sicuro per gli Allenatori che entravano in calore durante il loro viaggio, e da quel momento non aveva più avuto sue notizie.

Aveva tentato di mandargli dei messaggi, ma non erano mai stati letti, e le uniche notizie che era riuscito a reperire provenivano da Sonia, adirata e preoccupata al tempo stesso.

-Come vuoi che stia? È il suo primo ciclo di calore, e il suo migliore amico gli è quasi saltato addosso solo perché non riesce a tenersi dentro i pantaloni il suo secondo genere!-, parole dure e di rimprovero, ma sfortunatamente veritiere.

Ma che poteva farci? Era pur sempre un'alfa e Dandel era sempre stato un ragazzo affascinante, ancor prima di essere un omega. Perché, se proprio doveva essere sincero, Laburno si era sentito attratto dall'altro sin dall'inizio.

Erano rivali da anni ed erano amici da ancora prima. Avevano un rapporto splendido di complicità e cameratismo, e 'quella cosa' stava seriamente rischiando di rovinare tutto. Quell'odore di lavanda e camomilla era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, spingendolo sull'orlo di un precipizio attorno al quale aveva danzato per anni... ed ora ne era ossessionato.

"Non potevi avere un odore orribile, Dandel? Perché devi per forza essere perfetto in tutto?", si lamentò contro il cuscino.

Poteva convivere con la sua cotta, poteva andare avanti per tutta la vita con la loro rivalità. Ma sopportare il fatto che Dandel fosse un omega e che avesse proprio quel profumo era decisamente troppo.

Emise un altro verso lamentoso, ritrovandosi però a sussultare qualche attimo dopo quando sentì il suo SmartRotom trillare allegro. Si sollevò pigramente e i suoi occhi si illuminarono quando lesse nel display una notifica di messaggio proprio di Dandel.

Lo afferrò al volo, con mani tremanti ed un sorriso sempre più largo nel leggere le poche righe che l'altro ragazzo gli aveva mandato.

-Ehi! Scusa se ti sto rispondendo solo ora! Ma... diciamo che ero un po' occupato-

Il massaggio si concludeva con delle emoticons che fecero balzare il cuore in gola per la gioia. Si affrettò a rispondere, ignorando totalmente i typos che in un'altra occasione lo avrebbero anche fatto imbarazzare.

-ehi ma guards chi s legge finalmente. cme va Dande?-

Si sedette sul letto in una posizione più comoda, fissando il suo SmartRotom come se fosse la cosa più preziosa di quel mondo.

-Decisamente meglio! Domani mattina mi faranno uscire dalla Casa! Non mi sarei mai aspettato di essere un omega... ho sempre creduto che sarei stato un alfa come te, non che ci sia qualcosa di male nell'essere un omega!-, gli scrisse qualche istante dopo Dandel, e Laburno poté quasi immaginarlo con quel suo sorriso divertito e un po' timido che lo caratterizzava sin da quando aveva dieci anni - ed ora che ne aveva appena compiuti sedici niente sembrava essere cambiato, per fortuna.

Cercò di imporsi un po' più di calma nel rispondere.

-Sei sempre tu Dandel. Omega o meno. Questo non cambia... e mi dispiace per l'altro giorno-, aggiunse infine, sperando in quel modo di risolvere subito quella piccola questione e tentare di riportare il loro rapporto a quel piacevole equilibrio che lo aveva sempre caratterizzato.

Niente più ossessione per quel profumo. Solo amicizia e rivalità. Come era giusto che fosse.

-Non preoccuparti! Mi sarei dovuto rendere conto in anticipo di essere in calore e i tuoi ormoni hanno solamente reagito! Me lo hanno spiegato nella Casa-

Dandel era sempre così comprensivo che Laburno non poté non sentirsi ancor più in colpa per il suo atteggiamento. Anche se gli diceva di lasciar perdere non poteva farne davvero a meno.

-Va bene-, gli scrisse però per non farlo preoccupare, -Per il resto va tutto bene?-

-Sono solo un po' stanco... sono stati dei giorni intensi, per così dire.-

-Intensi?-, domandò inconsciamente.

-Beh sì! Ero sempre eccitato e non mi passava. Faceva quasi male perché desideravo qualcosa che lì non potevo avere-.

Il respiro di Laburno si mozzò e si lasciò ricadere all'indietro, disteso sul materasso.

"Stai calmo. Stai calmo.", si ripeté nervoso, cercando di scacciare le immagini che gli si erano subito presentate nella mente.

-Posso immaginare. Credo-, digitò.

-E sai la cosa 'peggiore'? Non riuscivo a togliermi dalla testa il tuo odore-.

Lo SmartRotom gli cadde dalle mani e gli volteggiò attorno trillando per segnalargli l'arrivo di altri messaggi da parte di Dandel.

Sentì subito il suo sesso sussultare per la frase innocente e sicuramente senza alcun peso del suo amico, e doveva assolutamente darsi una calmata.

Tremante e incerto, riprese il dispositivo, aprendo le ultime notifiche dell'altro ragazzo.

-Avevo in testa il tuo profumo di terra e aloe, e non riuscivo a liberarmene. Mi hanno detto che è perché sei stato il primo alfa che ho incontrato alla mia presentazione. Hai fatto una sorta di imprinting e per questo ne ero ossessionato-.

Laburno deglutì.

-Mi... dispiace?-

-Nah! Va tutto bene! Solo che è stato quasi imbarazzante sentirmi... bagnato?! Beh quello è il termine lol e succedeva solo nel pensare a te!-

Laburno gemette per la leggerezza delle parole di Dandel, facendo uno sforzo immane per trattenersi dall'allungare una mano tra le sue gambe per accarezzarsi al solo pensiero del suo migliore amico in quello stato di lussuria - mentre gemeva il suo nome, non quello di qualcun'altro: proprio il suo! -, digitò quello che sperò suonare come un messaggio ironico: -Smettila di mandarmi dei messaggi così strani a quest'ora di notte... potrei fraintendere-, aggiunse anche delle faccine divertite e premette invio.

Attese la risposta con l'avambraccio appoggiato contro gli occhi, la bocca socchiusa in lenti respiri per continuare a mantenere il controllo.

SmartRotom trillò ancora e Laburno portò lo sguardo sul display.

-E se... invece lo volessi?-

Non fece neanche in tempo a pensare o a digitare un "Cosa?", che Dandel gli mandò un secondo messaggio.

-Intendo... non stavi fraintendendo. Ti volevo lì e ti vorrei tutt'ora-

Esitò.

"... cazzo".

Fu l'unica parola che fuoriuscì dalla sua bocca.


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Fandom: The Almighty Jonhsons/Being Human (UK)
Personaggi: Anders Jonhsons, John Mitchell
Parole: 2595
Rating: SAFE
Prompt: Mitologia Norrena
Note:
- Ogni tanto sento il bisogno di scrivere in inglese... fallendo miseramente XD sorry guys!
- Al prompt "Mitologia Norrena" mi sono tornati in mente i fratelli Johnsons. Inutile dire che li amo XD e insieme a loro anche l'otp tra questi due in crossover LOL
- Punto di vista di Anders di quanto è accaduto in una mia fic del 2013 circa XD solo che mentre scrivevo è lievitata un po' ed ho aggiunto coseXD quindi è per metà un punto di vista e per metà un capitolo LOL

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Soleil

Feb. 19th, 2020 07:57 pm
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Fandom: Fire Emblem Fates

Personaggi: Laslow, Peri

Rating: SFW

Parole: 555

Note:

  1. Tutta per Lera che ama questa coppia tanto quanto la adoro io <3


Il sole non era ancora sorto quando Laslow, nel rigirarsi nel letto, scoprì di essere da solo.

Tastò confuso le lenzuola alla ricerca del corpo di Peri, inutilmente, e alla cieca accese la candela appoggiata sul comodino per potersi guardare attorno.

Strizzò gli occhi per abituarsi alla luce, riuscendo in ogni caso a mantenere la calma nonostante l'assenza della sua compagna.

Non era la prima volta che accadeva, doveva essere sincero, e per quel che ne sapeva non sarebbe neanche stata l'ultima. In passato avrebbe trovato la scomparsa di Peri preoccupante e si sarebbe lanciato alla sua ricerca con in mente un agitato: “Ti prego fa che non sia ricoperta di sangue da testa a piedi. Ti prego fa che non sia ferita o che non abbia ucciso qualcuno”, ma in quel momento tutto quello che riuscì a fare fu piegare le labbra in un piccolo sorriso più rilassato.

Si passò una mano tra i capelli scivolando fuori dal letto in silenzio per poter percorrere in quel modo il breve corridoio che separava la sua stanza da quella dove, con ogni probabilità, avrebbe trovato Peri.

I suoi passi erano leggeri e silenziosi - aveva imparato da sua madre a muoversi in quel modo così delicato -, e quando raggiunse la sua metà senza essere minimamente notato, non poté far altro se non nascondersi nell'ombra, lanciandovi un'occhiata all'interno per poter osservare Peri.

Era bellissima con i suoi lunghi capelli che le cadevano in morbide onde sulle spalle, coperte solamente da una leggera vestaglia color pesca. Sul viso, che troppo spesso era stato sfigurato da espressioni di follia, vi era dipinta una dolcezza quasi innata che era in gradi di lasciare Laslow senza fiato ogni singola volta.

Tra le braccia aveva un piccolo fagottino rosa che veniva cullato con attenzione e delicatezza, sinonimi che sembravano quasi fare a pugni con la sua compagna. Perché Peri, che aveva fatto della violenza la sua miglior arma di difesa e di attacco, sembrava quasi diventare un'altra persona quando si sedeva accanto alla culla di Soleil… e Laslow non poteva non sentirsi quasi onorato alla sola idea di essere uno dei pochi, se non l'unico, a poterla osservare in quei momento di vulnerabilità.

«E se non respirasse? Devo essere con lei e controllare che stia bene», gli aveva confidato una volta la sua compagna, con un broncio infantile che sembrava stonare con il suo sguardo sicuro e seriamente terrorizzato dalla sola prospettiva di un possibile malore notturno di Soleil. E anche se lo stesso Laslow sentiva di condividere quelle stesse paure - era la sua preziosa e bellissima bambina d'altro canto -, era pure certo che le esperienze passate di Peri con la sua famiglia fossero la causa scatenante del suo atteggiamento iperprotettivo.

Voleva essere una buona madre per Soleil, almeno per il tempo che potevano condividere insieme prima di doverla lasciare in uno dei mondi astrali ben più sicuri del sicuro, e Laslow sapeva quanto quell'argomento fosse estremamente delicato per la sua compagna.

Per quel motivo decideva sempre di non disturbarla in quei momenti madre-figlia, preferendo invece quel suo rifugio nell'ombra. Perché Soleil era la cosa più preziosa che avevano in quel mondo pieno di pericoli e stravolto dalla guerra, e non si sarebbe mai sognato di privare Peri di quegli istanti di tenerezza e intimità con la sua bambina.


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