Feb. 29th, 2020

Maid Dress

Feb. 29th, 2020 11:31 am
kurecchi: (Default)
 

Fandom: Obey Me! - One Master to Rule them All

Personaggi: Diavolo, Lucifer

Rating: NSFW

Parole: 790

Prompt: Gli Amanti

Note:

  1. L’evento con i fratelli vestiti da butler ha contribuito a questa “cosa”.

  2. Dovrete strappare dalle mie dita fredde di morte l’headcanon che Lucifer e Diavolo trovino ogni modo e luogo per farsi una sveltina


Il corsetto nero stringeva in modo elegante e invitante i fianchi di Lucifer, e Diavolo non poteva non pensare "Sono perfetti per le mie mani" ogni volta che li afferrava.

In realtà, ai suoi occhi, tutto di Lucifer era perfetto ed il fatto che avesse indossato quell'abito da cameriera solo per lui lo rendeva ancor più desiderabile e appetibile. Ed era un vero peccato che avesse scelto proprio quel momento per mostrarsi vestito in quel modo.

Diavolo doveva presenziare ad un incontro con suo padre che, sfortunatamente, non amava i ritardatari. Neanche se il ritardatario in questione era il suo stesso figlio, che si sarebbe volentieri attardato ad osservare e accarezzare per ore le lunghe gambe chiare di Lucifer.

Niente però gli impediva di lasciarsi prendere un po' dalla fretta e concedersi un piccolo assaggio di quel frutto proibito.

Lo fece infatti sedere sulla scrivania, con le gambe oscenamente larghe. 

«Non sai quanto vorrei fare le cose con calma», esalò dispiaciuto, accarezzandogli le cosce, spingendo le dita all'esplorazione della pelle nascosta dalla gonna che indossava il suo compagno. Era nera e, insieme al sottogonna di morbido pizzo scarlatto, creava un piacevole contrasto con la carnagione chiara del suo amante.

«Dovrai essere veloce se non vuoi far adirare tuo padre, Lord Diavolo», gli suggerì in tutta risposta Lucifer, mostrandosi palesemente compiaciuto dalla situazione.

Diavolo emise un basso lamento ma non si lasciò scoraggiare dall'impossibilità di prendersi il suo tempo. In fondo, si disse, non era la prima volta che si concedevano delle cosiddette sveltine

Gli bastò infatti non incontrare l'ostacolo dell'intimo nella sua esplorazione sotto la gonna di Lucifer per perdere letteralmente la testa.

Gemette per la sorpresa e, senza più pensare, andò subito ad infilare con più decisione la mano tra le gambe larghe del suo compagno, superando gli strati di pizzo del sottogonna.

Le sue dita incontrarono la semi-erezione di Lucifer e quel contatto strappò a quest'ultimo un gemito soddisfatto.

«Sei... senza pudore», esalò divertito ed eccitato da quanto il suo amante era stato in grado di fare solo per compiacerlo.

Lo masturbò rapidamente, osservando il viso di Lucifer contorcersi per il piacere e a quel punto non riuscì neanche a dirsi totalmente sorpreso quando, insinuando l'altra mano tra le gambe del suo compagno, sentì l'orifizio umido di lubrificante.

«Hai pensato proprio a tutto», commentò.

«Posso consigliarti di... non perdere tempo», rispose Lucifer con un luccichio malizioso negli occhi.

Diavolo rise e catturò le sue labbra per un bacio, lo afferrò per i fianchi costringendolo seduto sulle sue gambe senza mai interrompere quel contatto. Si aprì senza troppe difficoltà i pantaloni, scostando l'intimo per liberare la sua erezione già dura.

Fu Lucifer a quel punto a prendere l'iniziativa, si sollevò infatti sulle ginocchia e sostenendosi con una mano sulle spalle di Diavolo, utilizzò l'altra per guidare il sesso dell'erede del Devildom verso il suo orifizio. Non esitò neanche per un istante mentre faceva scivolare l'erezione dentro il suo corpo, trovando pace solo quando le sue natiche incontrarono le gambe di Diavolo.

Quella calma fu tuttavia solo apparente perché entrambi iniziarono sin da subito a muoversi l'uno contro l'altro, baciandosi per soffocare i gemiti che rischiavano di attirare chiunque si trovasse nei pressi dell'ufficio.

Diavolo sentiva di amare e odiare al tempo stesso quelle sveltine, perché per quanto fossero eccitanti lo lasciavano sempre con l'amaro in bocca.

Come in quel preciso istante, con l'orgasmo che ancora gli vibrava in corpo seguito dalla necessità di prendere ancora e ancora Lucifer, perché quando si trattava di quel demone, Diavolo non si sentiva mai sazio.

A malincuore permise a Lucifer di mettere una certa distanza tra loro, e Diavolo non poté non piegare le labbra in un broncio.

«Devo proprio?», chiese e il demone, incrociando le braccia al petto, annuì con un sorriso compiaciuto - sapeva di avere quel potere, e Diavolo non era intenzionato a privarlo di quell'arma proprio perché lo trovava estremamente eccitante.

Sospirò affranto, dandosi una rapida sistemare per andare a incontrare suo padre. Come un condannato davanti al patibolo, Diavolo andò verso la porta con le spalle basse e il bisogno di tornare tra le braccia del suo amante che, come sempre, Lucifer sapeva come tirargli su il morale.

Lo fermò infatti richiamandolo con un basso: «Lord Diavolo», che lo costrinse a voltarsi - era un errore, perché Lucifer era ancora seduto sulla scrivania: sensuale e tentatore.

«Ho un consiglio», riprese il demone con tono malizioso che spinse Diavolo a tornare con i piedi per terra, «al termine dell'incontro, vieni subito nelle tue stanze».

Era un chiaro invito, e Diavolo non poté ricambiare con un sorriso altrettanto malizioso ma anche carico di ritrovata energia.

«Non mancherò», rispose, certo che non si sarebbe lasciato sfuggire quell'occasione per nulla al mondo.

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