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[personal profile] kurecchi
 

Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Dimitri Alexandre Blaiddyd, Claude von Riegan

Rating: SFW

Parole: 1865

Capitolo: 1/??

Prompt: Le Figure Libreria

Note:

  1. Da tanto volevo una fic Single Parents!AU e Tatsu mi ha dato il prompt giusto! Grazie tataH!


Quella non era la vita che Dimitri aveva pensato per sé e per suo figlio. Quando si era sposato si era immaginato un matrimonio felice, con almeno due bambini e una casa in periferia, lontana dal traffico cittadino. Un'immagine idilliaca che era venuta a mancare qualche mese prima.

Una complicazione durante il parto, gli avevano detto in ospedale e da quel momento tutta la sua esistenza si era capovolta.

Aveva perso sua moglie ed era rimasto solo, con un neonato da allevare... e fu proprio Mikhail, il suo bambino, a salvarlo dalla distruzione. Non poteva permettersi di buttarsi giù, non con quella piccola vita che contava sulla sua persona in tutto e per tutto. Mikhail non aveva neanche un giorno e già gli aveva salvato la vita.

Ovviamente, sapeva anche che non sarebbe stato semplice e che ciò che avrebbe dovuto affrontare lo avrebbe portato più volte dinanzi a crisi e problemi all'apparenza impossibili. E per quello, non poteva non ringraziare i suoi amici più intimi, che si erano subito offerti di aiutarlo e, quotidianamente, si presentavano a casa sua armati delle migliori intenzioni, con libri sull'argomento neonati, la spesa per l'intera settimana e addirittura dei pasti caldi, il più delle volte preparati da Dedue.

Dimitri non era solo. Quello non lo avrebbe mai dimenticato.

Quei cinque mesi erano stati difficili e sapeva che anche i successivi non sarebbero stati semplici, ma per Mikhail avrebbe affrontato anche l'impossibile pur di farlo crescere felice.

Per quel motivo si era appena fermato dinanzi ad una libreria chiamata "Le Figure". Ingrid e Ashe gli avevano procurato una serie di libri interessanti sui neonati, e da quel che aveva letto anche a quell'età il cervello dei bambini era in grado di assorbire informazioni e molti consigliavano la lettura di favole e cose simili per stimolare l'apprendimento.

E animato da quel buon proposito aveva scelto di affrontare quella ricerca da solo. Sarebbe stato semplice chiedere ai suoi amici di procurargli qualche libro adatto al suo scopo, ma Dimitri sapeva anche di non poter contare all'infinito sui suoi compagni: doveva iniziare a comportarsi come la persona adulta che era... anche perché quella era la prima volta che lasciava la sua casa da quando era nato Mikhail.

Abbassò lo sguardo sul neonato che dormiva beato nel passeggino e strinse le labbra.

Era arrivato fin lì e avrebbe affrontato quella libreria. Probabilmente vi avrebbe trovato solo il commesso e pochissimi clienti, ma almeno avrebbe iniziato a riprendere in mano la sua vita sociale.

Afferrò allora la maniglia del negozio, spingendola all'interno, movimento che venne seguito da un piacevole rumore di campanellini. L'odore di libri gli accarezzò all'istante le narici donandogli un vago senso di sicurezza, aveva sempre amato il profumo dei libri nuovi e quella sensazione così familiare riuscì a farlo sentire un po' più certo delle sue azioni.

«Benvenuto».

Una voce allegra e cordiale lo accolse, costringendolo a volgere lo sguardo verso la cassa della libreria, sul quale stava seduto - letteralmente sopra il bancone - un ragazzo giovane, dalla pelle scura e gli occhi verdi, brillanti. Sembrava perfettamente a suo agio in quel luogo - stava addirittura leggendo un libro - e Dimitri diede subito per scontato di avere davanti uno dei commessi del locale.

Sapeva che si sarebbe dovuto scontrare con altre persone, e per quanto avesse temuto quell'incontro dopo tutti quei mesi di isolamento con la sola compagnia di Mikhail e dei suoi amici, gli bastò incontrare quello sguardo amichevole per allontanare gran parte del nervosismo. Non tutto ovviamente, ma almeno riuscì a rispondere al saluto con un basso «Salve», prima di iniziare a spingere il passeggino tra le file di scaffali pieni di libri, nascondendosi in quel modo alla vista dell'altro ragazzo.

Almeno, si disse, non aveva avuto voglia di scappare o di distruggere qualcosa - non ne andava fiero, ma spesso quando perdeva il controllo non riusciva a tenere a bada la sua forza, e in quegli ultimi tempi aveva sfogato i suoi sentimenti negativi proprio in quel modo.

Era un gran passo avanti e, accennando un sorriso, continuò a camminare tra gli scaffali cercando il reparto dedicato ai bambini.

La libreria "Le Figure" sembrava essere ben fornita per tutti i generi letterari e Dimitri non faticó a immaginarsi Ashe e Ingrid aggirarsi per quelle montagne di libri.

Trovò senza troppa difficoltà il reparto che gli interessava ma si rese conto solo in quel momento di non sapere esattamente quale tipo di lettura fosse effettivamente adatta a suo figlio. Aveva letto di favole e fiabe, ma non aveva alcuna conoscenza sull'argomento.

Si acciglió non poco, iniziando a leggere le quarte di copertina dei volumi che gli saltavano all'occhio senza però riuscire a decidersi realmente. Probabilmente non avrebbe fatto un buco nell'acqua come quello se avesse chiesto ad uno dei suoi amici di accompagnarlo.

Sospirò scuotendo il capo, trovando come unica nota positiva l'essere riuscito ad abbandonare casa sua le raffrontare la società.

Si sentí quasi pronto a lasciare la libreria a mani vuote quando Mikhail si svegliò con un poderoso strillo seguito da un pianto disperato che fece quasi fare un balzo sul posto a Dimitri.

I lamenti del neonato rieccheggiarono per tutta la libreria e, tra l'imbarazzo e lo spavento, Dimitri si affrettò a prendere in braccio suo figlio per cullarlo e cercare di calmarlo.

Lo aveva cambiato prima di lasciare casa sua e gli aveva anche dato la pappa, non sentiva odori strani e, probabilmente, quello era un pianto senza alcun senso. L'unico modo che aveva Mikhail di comunicare per poter essere preso in braccio o ricevere altre attenzioni.

«Su su… il papà è qui», mormorò cullando il neonato. In quei cinque mesi aveva imparato molte cose e non si sentiva quasi più un pesce fuor d'acqua quando suo figlio piangeva, anzi, aveva addirittura imparato a riconoscere i suoi diversi lamenti.

«Va tutto bene?», la voce del commesso, improvvisamente più vicina, lo fece sussultare e voltandosi vide il giovane a qualche passo da lui, con in viso un'espressione comprensiva ma curiosa.

Dimitri esitò, continuando a coccolare il neonato che, lentamente, smise di piangere..

«Io… sì, nessun problema», rispose abbassando lo sguardo, non era certo di voler affrontare una chiacchierata con quell'altro, ma era certo che sarebbe successo in ogni caso.

«Ti ho visto un po' smarrito, hai bisogno di qualcosa in particolare?», gli chiese infatti il giovane, avvicinandosi di più a lui.

Si irrigidì istintivamente, dandosi però dello stupido per quella reazione che gli fece tornare alla mente le parole di Mercedes. La sua amica chiamato quel suo rifiuto verso il prossimo, una sorta di difesa. Aveva provato uno shock nel perdere sua moglie e la sua personalità aveva reagito costruendo un muro che separava gli estranei - come i medici - dal resto della famiglia. Era diventato territoriale in un certo qual modo, ma se era arrivato fin lì era proprio per superare quel blocco. E poteva farcela, in fondo, doveva affrontare solo una persona e non un supermercato stracolmo di gente.

Prese un bel respiro, cercando di rilassare le spalle.

«Cercavo… qualcosa da leggere a mio figlio», rispose incerto.

«Per quella cosa del "leggere aiuta l'apprendimento dei neonati?"», chiese il commesso, riprendendo poi a parlare quando Dimitri annuì, «Penso andrà bene qualsiasi cosa se sei tu a leggerla. È la tua voce la cosa più importante».

«Come?»

«Sono… studi contrastanti. L'ho letto in una rivista, e penso che abbia più senso l'imprinting della voce sul neonato piuttosto che leggerli dei tre porcellini», spiegò il giovane con un sorrisetto. Era amichevole e parlava senza troppi giri o cerimonie, era diretto e quello sembrò quasi rassicurare Dimitri. Probabilmente se si fosse trovato davanti una persona più rispettosa si sarebbe sicuramente sentito a disagio, ma in quel modo gli sembrava di avere davanti una persona che lo conosceva già e non un estraneo.

«Ha senso», ammise, cullando ancora Mikhail che sembrava essersi effettivamente calmato dopo aver sentito la sua voce.

«Se però vuoi posso suggerirti alcuni libri che potrai iniziare a leggerli quando sarà un po' più grandetto. Le classiche favole della buonanotte», propose.

«Ti ringrazio».

Risposta dopo risposta, lentamente Dimitri inizió a sentirsi un po' più a suo agio e a notare dei piccoli dettagli del commesso che sembrava essere un suo coetaneo. Come, ad esempio, una fine treccina che cadeva morbida lungo la sua guancia sinistra, o come la scritta color oro "Fear the Deer" sulla sua maglietta nera.

Era un personaggio interessante, e Dimitri accettò volentieri i due libri che gli mostrò qualche istante dopo.

«Sono raccolte di favole della buonanotte», gli spiegò con gentilezza.

«Grazie».

«È il mio lavoro», rispose il commesso tenendo i libri sotto il braccio per poi rivolgergli un mezzo sorrisetto, «ma ora che ci siamo occupati del pargolo, cosa posso fare per il padre?»

Dimitri si irrigidì quasi istintivamente nel sentire quelle parole che alle sue orecchie suonarono un po' troppo maliziose.

«Libri ovviamente», precisó puntualmente il commesso, che forse aveva notato la sua reazione. Rise e la tensione lasciò di nuovo le spalle di Dimitri.

«Oh, certo», rispose, dandosi dello stupido per aver interpretato male quelle parole. Probabilmente era stato l'atteggiamento aperto dell'altro a trarlo in inganno.

«Posso consigliarti qualche libro in particolare se mi dici il tuo genere preferito o vuoi una sorpresa?»

«Sorpresa?»

«Abbiamo dei libri impacchettati. Senza titolo», spiegò il commesso, «libri a sorpresa»

«Sembra… interessante», ammise.

«Ottimo, vieni allora», dichiarò l’altro e Dimitri non poté far altro se non seguirlo verso la cassa, continuando a tenere Mikhail in braccio e a spingere il passeggino con una sola mano.

«Onestamente non so neanche io che cosa c’è dentro, li ha impacchettati una mia amica», spiegò il commesso, indicando un piccolo scaffale con dei libri avvolti da della carta da pacchi color lillà. Con una calligrafia elegante vi erano segnati il numero di pagine e un breve riassunto senza però troppe indicazioni. Una vera e propria sorpresa.

«Scegli pure», esclamò il ragazzo permettendo a Dimitri di leggere le brevissimi introduzioni.

Ne scelse uno quasi a caso, trovando interessante quella che poteva essere un’ambientazione storica, e il commesso dopo averlo battuto alla cassa lo mise con gli altri due libri all’interno di un sacchetto di carta raffigurante il logo della libreria “Le Figure”.

«Posso fare altro per te?», chiese, Dimitri scosse il capo, «Allora… se ti capita di passare da queste parti, fai pure un salto qui per dirmi cosa c’è dentro la sorpresa».

Gli porse il sacchetto e Dimitri, lo prese con una mano, appendendolo sul passeggino - non se la sentiva di lasciare Mikhail di nuovo lì, temeva di sentirlo di nuovo scoppiare a piangere.

«Ti ringrazio», mormorò ripetendo poi quelle stesse due parole quando il giovane li aprì la porta per aiutarlo ad uscire con il passeggino. 

«A presto allora!», lo salutò il commesso aggiungendo poi un rapido: «E se non mi trovi, chiedi di Claude!»

Dimitri accennò forse per la prima volta un sorriso ed annuì ancora, facendogli un cenno con il capo per salutarlo. Probabilmente non sarebbe tornato in quella libreria, ma di certo non avrebbe dimenticato facilmente Claude, che era stata la prima persona oltre i suoi amici a riuscire a farlo sorridere dopo tutto quello che gli era successo.


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