kurecchi

Fandom: Final Fantasy VIII

Personaggi: Seifer Almasy, Zell Dincht e altri

Rating: SFW

Parole: 610

Prompt: Colpo di Scena

Note:

A Valy che sta iniziando a passare al lato oscuro (?!)

Era passato un anno e mezzo da quando Seifer era tornato al Garden di Balamb per prendere il titolo di SeeD.

Aveva lavorato sodo in quei mesi, non solo per riuscire a ottenere quella qualifica, ma soprattutto per riabilitare il suo nome. Non era stato semplice, e più volte era stato vittima di sguardi e commenti malevoli, ma stringendo I denti era riuscito a superare ogni ostacolo che gli si era presentato davanti.

Per quel motivo il fatto di essere stato assegnato alla squadra del Comandante Leonhart era per lui sia fonte di fastidio che di orgoglio.

Poteva trovare quel gruppo insopportabile - Squall in primis -, ma erano pur sempre un team di spicco nel Garden, e la sua presenza tra quelle file era il risultato delle sue fatiche. La prima missione importante, ben diversa da quelle sciocchezze che aveva affrontato in quegli ultimi mesi.

Ovviamente, per quanto fosse fiero di quel risultato, non poteva fare a meno di mostrare la sua ostilità nei confronti dei suoi compagni. Non in modo violento, ma condendo ogni dialogo con commenti sarcastici e battute poco gentili, che più volte gli avevano fatto guadagnare delle occhiatacce da parte di Quistis.

Esattamente come stava accadendo in quel momento. Il loro viaggio stava proseguendo in treno verso Deling City, e gli era infatti venuto quasi spontaneo lanciare delle palline di carta addosso a Zell, seduto davanti a lui con quel suo stupido sorrisetto e i capelli biondi sparati per aria.

Erano divisi solo da un tavolino, attorniati dal testo del gruppo che chiacchierava amabilmente, e per Seifer era insopportabile.

Colpì Zell una prima volta sulla fronte, strappandogli un lamento, poi sul naso e quasi su un occhio, costringendolo a borbottare in basso: «Ehi!»

«Che c'è?», rispose Seifer, «Ti sto dando per caso fastidio?», ironizzó.

Zell aggrottó le sopracciglia. Boccheggiò come un pesce fuor d'acqua e infine distolse lo sguardo assumendo un'espressione superiore. Le sue guance si erano colorate un po' di rosso.

«Non ti darò la soddisfazione», ribatté infatti, Seifer però ghignó ancora, e lo colpì con una nuova pallina di carta.

Era infantile? Forse. Ma Zell se lo meritava.

«Potresti smetterla?»

All'ennesima pallina - che era rimbalzata sul cappello di Irvine -, era stata Rinoa a intervenire con tono piccato e quasi esasperato, ergendosi come al suo solito a protettrice dei più deboli.

Seifer non attendeva altro. Il suo sorriso si allargò e andò a sistemarsi m meglio sul sedile del treno come per godere con la maggior comodità possibile di quella scena.

Era da quando era partito per quel viaggio, se non da mesi che aspettava quel momento. Non che ne avesse chissà quale bisogno, poteva farne a meno, ma in quel preciso istante poteva godere delle espressioni degli altri in una sola volta. Poteva approfittarne.

«Infastidire? Non credo che a Zell dispiaccia», commentó infatti con calma, continuando poi a pronunciare le parole con studiata attenzione, «inoltre ho il diritto di infastidire quanto voglio il mio ragazzo».

Il silenzio che caló nel vagone sembró valere più di mille parole, e Seifer provó non poca soddisfazione nel poter osservare i visi dei presenti - perfino l'imperturbabile Squall aveva sollevato le sopracciglia per la sorpresa.

«Come scusa?!», gracchió Selphie, guardando dapprima Seifer e poi Zell, il cui viso aveva assunto una piacevole colorazione più scura.

«Non era così… che volevo dirlo», mormorò questo imbarazzato, senza però smentire l'affermazione di Seifer.

«Beh, almeno ora puoi smetterla di farmi il piedino da sotto il tavolo. Poi sarei io quello che ti infastidisce», sbottó Seifer senza nascondere la sua soddisfazione, che neanche il calcio che Zell gli rifiló da sotto il tavolino del vagone riuscì a cancellare.