FOLGORITE

Dec. 18th, 2019 09:12 pm
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FOLGORITE

Fandom: Final Fantasy VIII

Personaggi: Seifer Almasy, Zell Dincht

Rating: SFW

Parole: 1015

Prompt: 19. Cristallo/Sabbia

Note:

  1. Scrivere sulla mia otp in pre-slash è super complicato, ma avevo questa idea in mente da un sacco di tempo <3


La sabbia era morbida e fine sotto le sue dita, piacevole e delicata al tatto.

Per quanto i ricordi di quel luogo fossero offuscati, Zell non poteva negare di trovare familiare quella sensazione e per quel motivo trovava facile concludere di essersi già trovato in quella stessa posizione da bambino, quando ancora viveva nell'orfanotrofio.

Era scontato, in fondo. Perché chissà quante volte si era seduto su quella spiaggia dalla sabbia dorata ad osservare il mare come stava facendo in quell'istante.

Erano ricordi che, probabilmente, non avrebbe mai riavuto indietro ma per fortuna niente sarebbe riuscito a cancellare le sensazioni fisiche che provava nello sfiorare la sabbia o qualsiasi altra cosa di quello stabile ormai in rovina.

E solo un altro piccolissimo oggetto era sempre stato in grado di donargli quelle stesse emozioni, ed era un minuscolo cristallo dai bordi frastagliati e irregolari, di un giallo chiarissimo tendente al bianco.

Lo tirò fuori dalla tasca, osservandone la forma asimmetrica incorniciata da un finissimo fil di ferro che lui stesso aveva intrecciato con attenzione per poter trasportare quel delicato cristallo come se fosse un portachiavi o un pendente da appendere al collo.

Onestamente, chiamarlo cristallo, era inesatto visto che si trattava di semplice folgorite - sabbia con un'alta concentrazione di quarzo colpita da fulmine -, ma quel nome gli era rimasto attaccato da sempre e non aveva intenzione di cambiarlo.

Lo aveva con sé sin da quando ne aveva memoria. Ricordava senza alcun ombra di dubbio di averlo avuto con sé già da quando era stato adottato dai Dincht, ed era sempre rimasto con lui in ogni esame al Garden e missione come SeeD. Era diventato una sorta di portafortuna.

In ogni caso, alla luce delle scoperte fatte, Zell era arrivato ad una semplice conclusione: quel cristallo apparteneva a quell'orfanotrofio.

Per quel motivo era tornato in quel luogo al termine di una missione che li aveva portato non lontano da lì. Perché voleva cercare, forse stupidamente, di ricordare come fosse entrato in possesso di quel pezzo di folgorite per lui così importante. Nella speranza di poter aggiungere un minuscolo tassello a quell'ammasso nebbioso che era la sua infanzia.

Aveva ipotizzato, verosimilmente, di averlo raccolto proprio lì, su quella spiaggia, al termine di qualche tempesta… ma aveva bocciato quella soluzione con velocità e decisione. Perché qualcosa gli diceva che c'era molto di più dietro quel portafortuna creato da quella stessa sabbia.

«Ne hai ancora per molto?», una voce lo fece sussultare e storse quasi istintivamente il naso.

«Non ti ho mica chiesto di accompagnarmi», ribatté, voltandosi un poco per fissare il suo compagno in viso.

Seifer Almasy non era di certo il partner che avrebbe scelto per le sue missioni, ma gli ordini al Garden erano chiare. Seifer, neo-eletto SeeD, era dotato di grandi abilità e tecnica, e le sue capacità sembravano andare a completare alla perfezione quelle di Zell.

Erano perfetti insieme ne erano consapevoli, e quella cosa dava onestamente fastidio ad entrambi. Non erano mai stati in ottimi rapporti ed anche se avevano raggiunto una sorta di tregua era difficile cancellare del tutto anni di tensioni.

«No, ma dobbiamo tornare insieme», ritorse Seifer.

Sembrava essere di pessimo umore e Zell non poté non chiedersi se fosse quel luogo a renderlo ancor più antipatico… anche se, a dirla tutta, doveva ammettere di aver smesso ormai da tempo di provare una forte avversione per il suo compagno. Aveva, per modo di dire, imparato a sopportarlo.

Per quel motivo, si ritrovò a giocare distrattamente con il cristallo che ancora teneva tra le dita, ponderando se accontentarlo e permettere ad entrambi di tornare al Garden.

«… e quello da dove lo hai tirato fuori?»

La domanda di Seifer giunse alle orecchie di Zell come un misto tra curiosità e sospetto.

«Cosa?», chiese, forse stupidamente.

«Quella… pietra. È folgorite, giusto?», precisò Seifer facendosi più vicino.

«La ho da sempre. Perché?»

L'altro rimase in silenzio, con le sopracciglia aggrottate in un'espressione pensierosa.

«Perché era mia», rispose infine, lasciando però una sorta di interrogativo nel tono della sua affermazione.

«Certo che no!», esclamò Zell, rifiutando con prontezza quell'ipotesi. Non sapeva come ne fosse entrato in possesso, quello doveva ammetterlo, ma non poteva accettare che il suo portafortuna fosse proprio di Seifer. Seifer che, per quanto fosse diventato sopportabile, gli aveva reso impossibili i suoi anni al Garden, comportandosi da vero e proprio bulletto.

«So di averne posseduta una. Me lo ricordo», insistette Seifer con decisione più crescente, come se le memorie contenute in quel luogo di roccia e sabbia avessero iniziato a parlargli. Non era poi così assurdo perché tra tutta la cosiddetta gang dell'orfanotrofio, Seifer era insieme ad Irvine quello che aveva più ricordi della casa della loro infanzia.

«Questo cristallo però è mio», insistette Zell.

«Certo. Te l'ho regalato io», dichiarò infine Seifer, come se avesse raggiunto una scomoda ma veritiera consapevolezza. La sua espressione, infatti, parlava chiarissimo.

Zell rimase bloccato, ma per quanto volesse negarlo sembrava quasi che quella spiegazione andasse bene al suo inconscio che, fino a quell'istante, aveva rifiutato ogni possibile soluzione.

«Come?», esalò incredulo.

«Il mio cristallo di sabbia», mormorò Seifer, scuotendo il capo, «eri un piagnucolone. E dovevo farti smettere di rompere le scatole».

In un altro momento, Zell avrebbe assimilato quelle parole come una provocazione o insulto, ma suo malgrado aveva ormai imparato a conoscere il suo compagno e non poté non leggere qualcosa tra le righe. Un qualcosa che lo spinse a sorridere e a ricordare un piccolo dettaglio che sembrava sposarsi alla perfezione con quella situazione.

«Questo cristallo ti proteggerà. Quindi piantala di frignare come una femminuccia, sei insopportabile!»

Guardò ancora la folgorite, il suo tesoro e portafortuna più grande. Un oggetto che lo aveva effettivamente protetto in tutti quegli anni.

Era ironico ma era tutto reale.

Scosse il capo poi si rivolse a Seifer con un sorriso sincero e grato, dichiarando infine senza alcun imbarazzo un: «Sai… mi ha protetto per davvero… grazie».

Seifer sbuffò un risposta e borbottando un: «Muovi il culo. Ti aspetto in macchina», si allontanò, permettendo però a Zell di scorgere le sue orecchie piacevolmente tinte di rosso.

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