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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Hubert Von Vestra, Ferdinan Von Aegir, Diana Von Vestra

Rating: SAFE

Parole: 725

Note:

  1. Diana e Adelheid sono degli OC 


La candela vibrava placida sul comodino, illuminando con la sua luce tremolante e calda la pelle nuda di Ferdinand. I suoi capelli ramati cadevano in morbide onde sul cuscino, brillanti per quella fiammella così come lo erano i suoi occhi castani, grandi e carichi di affetto.

Alle volte, Hubert non poteva fare a meno di chiedersi che cosa avesse fatto di tanto buono per meritarsi Ferdinand e la loro famiglia. Aveva ucciso per il bene di Lady Edelgard e si era macchiato di indicibili angherie pur di assicurare un futuro all’Impero e alla sua Imperatrice, era pienamente consapevole che non si sarebbe mai ritagliato un posto in paradiso - ammessa e non concessa la sua esistenza -, eppure Ferdinand era sempre stato lì a riprenderlo quando il peso delle sue azioni si faceva più pesante e il sangue ai suoi piedi troppo per poter riuscire a compiere anche solo un passo.

Aveva avuto paura di quel legame e della fiducia che aveva iniziato a riporre nel suo compagno, ed era addirittura stato quasi tentato dal mettervi la parola fine per evitare di infangare anche il nome dell'altro, ma alla fine non l'aveva fatto anche perché Ferdinand non glielo avrebbe mai permesso... e si sentiva davvero felice di non aver dato retta alla ragione e alla logica.

Piegò le labbra in un piccolo sorriso, sincero e dedicato solo ed esclusivamente al suo compagno, piegandosi poi verso di lui per baciarlo, lasciandosi accogliere in un abbraccio caldo e rassicurante.

Erano entrambi pronti a concedersi quel momento di intimità, lontani dagli impegni lavorativi e familiari, ma sfortunatamente il fato sembrava non essere dalla loro parte quella notte, infatti neanche qualche momento dopo sentirono qualcuno bussare alla porta della loro camera da letto in modo rapido e quasi terrorizzato, seguito da un: «Papà! Padre! Ho sentito dei rumori strani!»

Si separarono, scambiandosi uno sguardo tra l'esasperato e l'intenerito.

«Non fare quella faccia, è nostra figlia», scherzò Ferdinand, mettendosi seduto sul letto per indossare la sua vestaglia da notte. Hubert lo seguì con lo sguardo senza rispondere, schioccando però le dita - che brillarono per la magia - per accendere anche le altre candele della stanza e renderla un po' meno lugubre.

A Ferdinand bastò aprire un poco la porta per ritrovarsi con due braccine esili e pallide strette attorno alla sua vita.

«Diana», mormorò piano, stringendo istintivamente a sé la minore delle sue figlie, «hai fatto un incubo?»

«No!», esclamò lei in risposta, con tono quasi offeso per non essere stata subito presa sul serio dai suoi genitori, «Lo giuro! Ho sentito qualcos-AH!», il suo urletto di terrore per poco non coprì l'effettivo rumore che giunse anche alle loro orecchie, lasciando spiazzati i due adulti.

Era un rumore di trascinamento metallico, sinistro e poco rassicurante, che spinse Hubert, rimasto disteso fino a quel momento, ad alzarsi a sua volta. Un conto erano gli incubi di sua figlia - che non erano neanche poi così rari, sfortunatamente -, un altro era sentire effettivamente un rumore così sospetto.

«Lo avete sentito anche voi, vero?», pigolò Diana, certa di trovare supporto nei genitori.

«Tranquilla, ora tuo padre risolverà tutto», rispose Ferdinand, facendola entrare nella camera, scambiandosi un'occhiata decisa e sicura con Hubert.

«Qualsiasi cosa sia se la vedrà con me», confermò infatti, andando verso la porta. Il rumore si fece ancor più vicino, e mentre Ferdinand si piazzava di fronte alla figlia per proteggerla, Hubert balzò fuori dalla stanza pronto ad affrontare l'intruso con le mani cariche di magia ed uno sguardo in grado di uccidere… salvo poi rimanere bloccato dalla scena che gli si presentò davanti.

Principesca, la minuscola cagnolina della loro figlia maggiore Adelheid, stava trascinando un vecchio vassoio d'argento lungo tutto il corridoio, diretta chissà dove. In un'altra situazione quella scena si sarebbe anche potuta definire buffa - la cucciolina era minuscola in confronto al vassoio -, ma in quell'istante non lo era per niente.

La magia scomparve lentamente dalle sue mani, ma il suo sguardo rimase duro e crudele.

«Principesca», sibilò infatti con tono minaccioso, e la cagnolina, palesemente spaventata, lascio all'istante cadere il suo trofeo di caccia per darsi alla fuga, uggiolando rumorosamente.

Ferdinand trattenne a stento una risata mentre Diana, imbarazzata ma anche chiaramente sollevata dal mancato pericolo, borbottò un: «Odio quella maledetta bestia...»

E Hubert, suo malgrado, non poté far altro se non darle ragione.

 

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