Mar. 21st, 2020

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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Sylvain Jose Gautier, Felix Hugo Fraldarius

Rating: SAFE

Parole: 210

Prompt: Ruborem amico excutere amicum est perdere. - 'Far arrossire un amico significa perderlo.' (Publilio Siro)

Note:

  1. Felix con i capelli sciolti per qualche motivo. Non importa perché. Ma è bellissimo a prescindere.


Gli aveva toccato i capelli con delicatezza, quasi timoroso di suscitare nel suo migliore amico una qualsiasi reazione violenta. Gli erano subito sembrati morbidi e setosi al tatto, piacevoli tanto quanto lo erano alla vista.

«Stai bene con i capelli sciolti, Fe», gli fece presente con leggerezza.

La mano di Felix scattò subito per colpire con uno schiaffetto quella di Sylvain, costringendolo ad allontanare le dita da quella ciocca di capelli scuri che tanto lo aveva attratto.

«Piantala idiota», sbottó infine Felix, come se quella sua reazione non fosse abbastanza per mettere in chiaro la sua posizione.

«Ma ho detto la verità», si lamentò Sylvain, «stai davvero bene con i capelli sciolti».

Felix sbuffò guardando altrove, nascondendo in parte il viso dietro la sua lunga chioma. Ma neanche quello riuscì ad impedire a Sylvain di notare un piccolo dettaglio che avrebbe cambiato, suo malgrado, ogni cosa tra lui e il suo migliore amico: Felix era arrossito.

Per l'imbarazzo, forse, ma in ogni caso Sylvain non poté non sentire il suo cuore battere furiosamente nell'osservare quel viso serio ma colorato di un leggero e timido rosso.

Era carino. Felix era carino.

Lo ripeté più volte, sentendo a sua volta il volto andargli in fiamme.

Quello, si disse, non doveva proprio accadere.
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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Ashe Durant, Dedue Molinaro

Rating: SFW

Parole: 250

Prompt: Inter sidera versor. - "Mi sposto tra le stelle."

Note:

  1. Tra qualche settimana inizia la DeduAshe Week meglio iniziare a prepararsi psicologicamente XD


Le labbra di Dedue erano calde e morbide sulla pelle di Ashe. Piacevoli come la pioggia estiva che allontanava l'afa dei mesi più caldi.

Quei momenti di intimità erano diventati per Ashe un qualcosa di irrinunciabile, un bisogno quasi viscerale che non riusciva neanche a nascondere. Almeno non da quando si erano ritrovati.

Per mesi Ashe aveva sentito il peso di un cuore spezzato, perché come tutti aveva creduto che Dedue fosse morto, e quando la verità era venuta a galla si era quasi sentito sbalzato in cielo, oltre le nuvole.

L'emozione era stata tale da fargli venire quasi l'emicrania, portandolo addirittura vedere dei lampi bianchi simili a stelle nel suo campo visivo.

Dedue era vivo ed era di nuovo con lui. Tutto il resto non contava, perché aveva ritrovato la fonte della sua felicità e sicurezza, l'unica persona in grado di farlo sentire ad un metro da terra, se non di più.

Sorrise tra se e se, ridacchiando più quando le labbra di Dedue si spostarono dalle sue guance per andare a sfiorare il collo e le spalle, toccando quelle piccole lentiggini che riempivano il suo corpo.

Erano delle attenzioni minime ma ugualmente preziose che il suo amante amava definire "spostarsi tra le stelle".

E per Ashe era davvero piacevole sapere di avere anche quel piccolo dettaglio in comune con Dedue, perché anche se quest'ultimo non aveva lentiggini da esplorare e contare, erano i sentimenti che l'altro gli donava a farlo sentire ogni volta a 'spasso tra le stelle'.


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Fandom: Fire Emblem three Houses

Personaggi: Claude Von Riegan, Dimitri Alexandre Blaiddyd

Rating: SAFE

Parole: 225

Prompt: Homo est minor mundus - 'l'uomo è un mondo in miniatura' (Boezio)

Note:

  1. I misteri di Claude e altre cavolate varie XD mi piace l’idea di Dimitri che si interessa a lui e finisce nella trappola di Claude (le ship belle)


Tanti erano i misteri dietro la persona di Claude von Riegan. Sorrideva a tutti, mostrava amichevole e sempre ben disposto verso i problemi altrui. Era una personalità luminosa che, tuttavia, più brillava più erano profonde le ombre che gettava alle sue spalle.

Nessuno sapeva da dove fosse spuntato né se fosse realmente il vero erede dell'Alleanza Leicester, perché Claude non svelava quasi niente del suo passato né sulle sue reali intenzioni.

«A tutti sono concessi dei segreti, no?», era solito dire con quel suo sorriso divertito, ben conscio di attirare su di sé ulteriori attenzioni al posto di allontanare. Ma, forse, era proprio quello il suo piano e suo malgrado Dimitri sapeva di essere caduto nella sua trappola.

Aveva cercato di risolvere quel mondo di misteri creati ad arte da Claude. Lo aveva osservato e seguito, aveva fatto ricerche e chiesto ai suoi stessi compagni di classe, ma alla fine non era riuscito a trovare neanche uno spiraglio o un minuscolo indizio perché l'altro ragazzo era stato estremamente bravo a cancellare ogni sua traccia.

Era un degno avversario e Dimitri non poteva negarlo né evitare di desiderare cose a tratti inconsuete per lui. Dal volerlo come alleato, al solo desiderio di averlo solo per sé.

Per scoprire quel minuscolo ma gigantesco mondo che si celava dietro i suoi occhi di smeraldo e quel sorriso malizioso.


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Fandom: Mo Dao Zu Shi

Personaggi: Wei Wuxian, Lan Wangji

Rating: SAFE

Parole: 275

Prompt: Felix qui quod amat defendere fortiter audet. - 'Beato colui che ha l’ardire di difendere ciò che ama.' (Ovidio)

Note:

  1. Come ho letto questo prompt non ho potuto non pensare a Wangji e a come ha infranto mille regole per difendere Wi-Fi ç___ç


Wei Ying aveva spesso degli incubi, e anche se cercava di nasconderlo e di non darvi peso, Lan Wangji lo sapeva fin troppo bene.

Perché d'altro canto era attento a tutto quello che riguardava Wei WuXian, ed il fatto che fossero in viaggio da ormai settimane lo aveva portato a scoprire come le difese dell'altro giovane uomo fossero in grado di abbassarsi solo quando il sonno andava ad abbracciargli le membra..

Era in quegli istanti di apparente pace che Wei Ying iniziava a lamentarsi e a muoversi irrequieto, mormorando nomi del passato che, come Lan Wangji ben sapeva, erano portatori sia di bei ricordi che di terribili memorie.

Incapace di trattenersi oltre Wangji si avvicinava di più a lui, e con una mano andava ad accarezzargli la fronte, scostandogli i lunghi capelli corvini dal viso.

"Non ti faranno più del male", si riprometteva Lan Wangji, e come sempre, sembrava bastare solo quel semplice e delicato tocco per far sì che Wei Ying riuscisse a trovare finalmente la pace, lontano dai suoi incubi.

Forse, si sentiva inconsciamente rassicurato dalla presenza di Wangji, ma qualsiasi fosse stata la verità niente avrebbe cambiato quelle promesse che Lan Zhan era disposto a fare per Wei WuXian.

Perché solo per lui aveva infranto le innumerevoli regole del Clan Lan, e sempre e solo per Wei Ying si sentiva disposto a farlo ancora e ancora pur di proteggerlo.

Non avrebbe mai più permesso a qualcuno di ferire Wei Wuxian.

Lo avrebbe protetto da tutto e tutti, anche da se stesso se necessario. Perché niente era più importante di quel sorriso che, anni addietro, aveva superato tutte le difese di Lan Zhan.


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Fandom: Fire Emblem Three Houses 

Personaggi: Hubert Von Vestra

Rating: SFW 

Parole: 235

Prompt: Nin mortem timemus, sed cogitationem mortis - non temiamo la morte, ma il pensiero della morte (Epistole morali).

Note:

  1. Hubert è un personaggio particolare e nel leggere il prompt  ho subito pensato al fatto che ha ucciso il suo stesso padre per Eldie, ed ha fatto mille altre cose crudeli. Come se non avesse paura della morte. Quindi ho tirato su questa cosa.


Hubert aveva fatto cose indicibili in tutta la sua esistenza, giustificando ogni suo gesto con un: «Per il bene di Lady Edelgard».

Ciononostante, per quanto credesse fermamente negli ideali della giovane Imperatrice, neanche lui riusciva a sfuggire agli incubi che la notte lo costringevano a ripercorrere battaglie passate, nelle quali anche il più piccolo errore di valutazione aveva causato la morte di valenti soldati.

Hubert non aveva paura della morte in sé. Aveva ucciso anche il suo stesso padre, d'altro canto, ma quei cupi pensieri non lo abbandonavano mai e più volte prendevano la forma di una voce a lui estremamente familiare, appartenente a quel legame che aveva rifiutato e desiderato al tempo stesso. La voce rispondeva al nome Ferdinand Von Aegir.

«È morto a causa tua, aveva una famiglia, sai? Moglie e figli piccoli. Lo attenderanno invano a causa tua», gli sussurrava quella voce, elencando con fredda crudeltà le nefandezze che aveva commesso nel nome del bene più grande, e Hubert sapeva di non potersi sottrarre alla realtà dei fatti né provare a negarlo.

Ferdinand aveva sempre cercato di muoversi secondo la legge, senza mai approvare il detto del 'fine giustifica i mezzi', e quella voce rappresentava proprio gli ideali di quel giovane uomo… così lontani dal mondo di morte nel quale esisteva Hubert.

Esistere, non vivere

Perché tra la morte e quel timore viscerale, Hubert sapeva di aver perso il diritto di vivere.


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Fandom: Pokémon 

Personaggi:! Laburno, Dandel

Rating: NSFW

Parole: 325

Prompt: Satis esse potuisse videri - è sufficiente sembrar di avere il potere (Virgilio).

Note:

  1. Dedicata tutta a Tatsu ù_ù

  2. Facciamo credere a Laburno di avere il potere su Dandel XD anche se sappiamo tutti che non è vero XD sembra che lo abbia ma invece è tutto in mano a Dandel LOL


Laburno sognava di sconfiggere Dandel sin da quando quest'ultimo lo aveva battuto per la prima volta, aggiudicandosi il titolo di Campione.

Erano amici - migliori amici, se non di più - ma quello non gli impediva di volerlo vedere in ginocchio, mentre tutte le persone dello stadio invocavano il suo nome a gran voce.

Desiderava quel potere, ma per il momento non era ancora riuscito a coronare quel suo sogno… anche se, sapeva di avere ugualmente la possibilità di vedere Dandel in ginocchio ogni volta che lo desiderava.

E, onestamente, c'era niente di più bello e potente del vedere il Campione con il capo tra le sue gambe, gli occhi socchiusi e le labbra strette attorno alla sua erezione.

Ad ogni movimento della testa poteva chiaramente sentire i denti stuzzicarlo in modo quasi giocoso, le guance stringersi mentre succhiava e... e Laburno a quel punto perdeva quasi il senno.

Gemeva e tirava indietro il capo ansimando, cercando di reggersi in piedi nonostante le gambe sempre più molli e instabili. Afferrava, come se fosse il suo unico appiglio, i capelli di Dandel e vi stringeva attorno il pugno, tremando visibilmente.

I versi soffocati di Dandel vibravano sulla sua erezione ed era... perfetto. Dandel era stupendo, anche mentre cercava di assecondare i movimenti del bacino che Laburno a malapena riusciva a trattenere.

Forse non era ancora giunto il suo momento, quello che lo avrebbe portato a strappare il titolo di Campione a Dandel... ma in quegli istanti non gli importava. Perché non c'era niente di più prezioso e perfetto del potere che poteva esercitare sul suo amante, inginocchiato sul freddo pavimento. Con le labbra sporche di sperma e gli occhi d'oro che lo fissavano con una leggera e quasi naturale malizia.

Era perfetto e, soprattutto, gli apparteneva.

E Laburno era così convinto di possedere quel potere, da non rendersi neanche conto di essere lui quello soggiogato dallo sguardo di Dandel… ma probabilmente non era per davvero importante.


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Fandom: Obey Me!

Personaggi: Solomon, Asmodeus

Rating: SAFE

Parole: 560

Prompt: Vovohe Tahtensaotse (Cheyenne) - Preparare la bocca prima di parlare muovendo o leccandosi le labbra.

Note:

  1. Dalla “K” di Kurecchi a “C” XD


Cogliere il tic di Asmodeus non era un qualcosa di semplice, perché generalmente in presenza del demone si era più occupati a passare il tempo in modo più piacevole che a studiarne le abitudini. Ma per Solomon non era stato così, infatti lui sapeva che Asmo prima di parlare, o quando era particolarmente pensieroso, tendeva a leccarsi o umettarsi le labbra, anche quando erano coperte da un fine strato di lucidalabbra.

Lo faceva sempre, donando a quella sua bocca capace sia di incantare che di donare piaceri indicibili, un sempre naturale colore roseo e umido.

Solomon non aveva la certezza di essere stato l'unico a notarlo, ma per quel che gli importava lo era stato. Non che ci fosse chissà quale premio per quella scoperta, ma gli piaceva l'idea di essere il primo in qualcosa, specialmente quando si parlava di Asmodeus, visto che il demone poteva vantare un lungo elenco di amanti e innumerevoli cuori spezzati.

Lui, per fortuna, non rientrava nella seconda categoria, e il motivo era tanto semplice quanto scontato: non lo amava.

Non poteva negare di trovare Asmo attraente e, ad essere onesti, gli piaceva addirittura passare del tempo in sua compagnia - non necessariamente occupati a fare sesso o altri piaceri -, ma da quel rapporto non poteva né doveva nascere nessuna relazione sentimentale.

Perché Solomon sapeva benissimo a cosa sarebbe andato incontro nel forgiare un patto con il demone - con l'Avatar della Lussuria -, e aveva accettato sia i pro che i contro, imponendosi di non lasciarsi mai coinvolgere in qualcosa di scomodo e troppo doloroso come l'amore.

Nonostante quelle certezze, non poteva neanche nascondere di provare quasi euforia oltre che un senso di vittoria all'idea di essere l'unico ad aver notato quel piccolo tic, forse involontario, di Asmodeus. Forse, neanche lo stesso demone si era mai reso conto di quel suo continuo leccarsi le labbra perché, altrimenti, Solomon era certo che lo avrebbe trasformato senza ombra di dubbio in una sorta di arma di seduzione.

Probabilmente quell'abitudine era la cosa più innocente di Asmo, e Solomon si era ripromesso di non farlo notare a nessuno: nemmeno allo stesso demone.

Quello doveva essere solo un segreto, il suo.

Tuttavia, neanche quella ferrea convinzione poteva impedirgli di provare quell'attrazione nei confronti del demone, e che cresceva ogni volta che vedeva la sua lingua lampeggiare fuori dalla bocca e percorrere la fine linea rosata delle labbra.

Come era possibile che un gesto così involontario e innocente potesse essere tanto sensuale in mano a qualcuno? Poteva esserlo, quando si parlava di Asmodeus, ma Solomon spesso faticava ad accettarlo nonostante tutte le sue convinzioni. Ed era infatti in quei momenti che decideva semplicemente di aggrapparsi alla primissima clausola del loro patto.

Ovvero: il sesso, ma senza sentimenti o corteggiamenti, era ben accetto. Anzi: era più che benvenuto.

Quindi, appena vedeva la lingua di Asmodeus fare capolino dalle sue labbra fini, rendendole umide e quasi lucide, Solomon decideva che era giunto il momento azzerare la distanza che lo separava dal demone.

Specialmente quando erano soli, gli bastava sporgersi verso Asmodeus, stringergli i corti capelli chiari in un pugno e far unire le loro labbra senza troppi complimenti, certo che il demone non si sarebbe mai tirato indietro. Infatti Asmo rispondeva sempre con altrettanto trasporto e divertimento, senza mai fare domande sul motivo di quell'attacco da parte del giovane stregone.


The Pillar

Mar. 21st, 2020 02:33 pm
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Fandom: Obey Me!

Personaggi: Beelzzebub, Belphegor

Rating: SAFE

Parole: 320

Prompt: The Pillar

Note:

  1. Il legame tra Beel e Belphie è la cosa più bella del gioco. SOno canon per me XD e 3some con MC


Per quanto fosse semplice definire Beelzebub con termini come infantile e ossessionato dal cibo, Belphegor avrebbe invece utilizzato una parola ben diversa: pilastro.

Poteva sembrare strano, ma per lui il suo gemello era un qualcosa di forte e inamovibile. Un punto fermo senza il quale si sarebbe sentito perso... ed il fatto che gli altri non fossero in grado di vedere quale persona fantastica era Beel, per Belphie era anche meglio. Perché se nessuno si interessava al suo gemello, Beelzebub allora avrebbe avuto solo lui e nessun'altro.

Era un po' egoistico da parte sua, Belphegor lo sapeva benissimo, ma non gli interessava granché. Il giudizio degli altri non gli era mai importato, perché tutto il suo mondo girava attorno a Beel.

Era accanto a lui che si svegliava la mattina, con le loro mani strette l'una nell'altra. Era al suo fianco che si sedeva a colazione e durante le lezioni al RAD, ed era sempre con Beelzebub che passava il resto della giornata a sonnecchiare fino alla cena. E poi, infine, di nuovo nella loro stanza a ripetere quella piacevole routine giornaliera.

Non avrebbe rinunciato alla sua quotidianità per niente al mondo... e gli era bastato passare quei mesi nella sua 'prigione', per comprendere quanto fosse realmente importante Beel nella sua vita.

Era stato strano svegliarsi senza di lui, senza dover pulire il letto perché il suo gemello era in grado di mangiare ovunque. Era stato quasi insopportabile sopportare gli incubi su Lilith che lo coglievano nel cuore della notte senza potersi stringere al corpo caldo e sicuro di Beel.

Il suo gemello era indispensabile nella sua esistenza, e il loro legame era profondo e totalmente diverso da quello che avevano con tutti gli altri fratelli, e in un certo qual modo Belphie era quasi felice di quella sorta di 'esclusiva'.

Perché Beelzebub era davvero tutto per lui e avrebbe fatto il possibile per impedire a chiunque di portarglielo via.


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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Dimitri Alexandre Blaiddyd, Claudevon Riegan

Rating: SAFE

Parole: 305

Prompt: Ista cum lingua, si usus veniat tibi, possis culos et crepidas lingere carpatinas - 'con questa lingua potresti, all'occorrenza, leccare culi e sandalacci di cuoio' (Catullo)

Note:

  1. Tutta per Tatsu che sta passando al lato oscuro ù_ù


Una volta Nader gli aveva detto una frase strana in una lingua antica e ormai morta del Fòdlan e che poteva venire tradotta con un: "Con questa lingua potresti, all'occorrenza, leccare culi e sandalacci di cuoio".

A detta del guerriero era una sorta di complimento per via della capacità da adulatore di Claude, visto che sin da bambino si era dimostrato molto abile nell'incantare le persone con sorrisi e giri di parole, volti ad ottenere tutte le informazioni che voleva.

Certo, ad Almirya non era stata una capacità molto utile - le persone lo consideravano 'troppo del sud' per trattarlo come 'uno di loro' -, ma da quando era entrato nell'Accademia Militare del Garreg Mach, quel suo 'dono' aveva finalmente mostrato tutti i suoi vantaggi.

Anche se, si era suo malgrado ritrovato a dover riconsiderare la parte del "leccare culi", perché aveva conosciuto Dimitri Alexandre Blaiddyd.

Si era subito sentito attratto da lui, dal suo aspetto 'principesco' e dai suoi modi gentili, che celavano però non poche ombre. Lui e Dimitri, in un certo qual modo, non erano poi così diversi.

In ogni caso, da quando la sua strada si era incrociata con quella dell'erede al trono del Sacro Regno di Faerghus, Claude si era ritrovato a dare fondo a tutte le sue capacità di adulatore per riuscire ad averlo solo per sé.

Alla fine, era riuscito a trascinarlo in una sorta di relazione sessuale proibita, tant'è che quelle due paroline non erano più un sinonimo di 'ruffianeria' ma descrivevano la realtà. E agli occhi di Claude non esisteva niente di più sensuale e bello del Principe del Sacro Regno di Faerghus a carponi sul letto, nudo e sudato, con la bocca piena di gemiti e sospiri mentre Claude metteva in mostra tutte le magie che era in grado di compiere con la sua lingua.


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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Sylvain Jose Gautier, Felix Hugo Fraldarius

Rating: SAFE

Parole: 390

Prompt: Cum tacente, clamant - 'il silenzio è più significativo della parola' (Cicerone)

Note:

  1. Quante volte posso scrivere della morte di Rodrigue? Tante a quanto pare LOL


Regnava uno strano silenzio nel Campo Marzio. Generalmente vi era un discreto via vai di soldati, si poteva sentire il classico rumore delle armi che si scontravano l'una contro l'altra e il chiacchiericcio di chi si attardava dopo gli allenamenti, ma sembrava quasi che tutti avessero preferito evitare quel luogo, forse per rispetto dell'unica persona che lo frequentava giornalmente: Felix.

Era più che normale trovarlo in quel luogo, infatti Sylvain non dovette cercarlo a lungo, ciò che tuttavia lo sorprese fu il trovarlo seduto per terra e non a combattere contro un fantoccio come se ne valesse la sua stessa vita.

Era semplicemente immobile sulla pavimento del Campo Marzio. Appoggiata accanto al ragazzo vi era la sua inseparabile spada, mentre sulle gambe - notò Sylvain - teneva lo Scudo Aegis, la reliquia della sua famiglia.

Non era difficile immaginare quali pensieri gli stessero passando per la testa, perché suo padre - Rodrigue - era morto neanche due giorni prima, ed anche se non avevano mai avuto un buon rapporto, Sylvain più di tutti poteva sapere i sentimenti che si stavano agitando all'interno del suo migliore amico.

Anni prima aveva perso anche lui una persona 'complicata' e pur non volendo accettare di portare il lutto, durante i primi tempi si era sentito segnato dalla morte di Miklan.

Strinse le labbra e lasciando alle sue spalle il grande portone del Campo si avviò per raggiungere l'altro senza fare troppo rumore o movimenti azzardati.

Sarebbe stato semplice per lui riempire quel silenzio, avviare una qualsiasi discussione e magari far anche arrabbiare Felix di proposito pur di farlo reagire e sfogare, ma era chiaro che il suo compagno non volesse niente di tutto quello. Infatti preferì mantenere quell'equilibrio, lasciando che fosse la sua sola presenza a parlare per lui.

Felix non era solo, e non lo sarebbe mai stato. Aveva degli amici che tenevano a lui, aveva altrettanti alleati che lo stimavano per la sua forza e dedizione nell'allenamento e, soprattutto, aveva Sylvain che non lo avrebbe mai abbandonato.

Si sedette accanto a lui, sfiorandogli con quel semplice movimento la spalla, e come se quel gesto fosse stato recepito come un invito, il corpo di Felix parve rilassarsi e avvicinarsi il più possibile a Sylvain. Aggrappandosi non solo a quel silenzio gentile ma anche a quella presenza che valeva più di ogni altra cosa.


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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Cyril, Lysithea von Ordelia

Rating: SAFE

Parole: 265

Prompt: Epistula non erubescit - 'la lettera non arrossisce' (Cicerone)

Note:

  1. Tratta dal support di questi due budini


Cyril fissò a lungo il foglio di pergamena davanti a sé.

Aveva passato ore con la penna d'oca tra le dita a cercare di mettere per iscritto quelle poche parole, i suoi pensieri più sinceri e segreti, ma in quel momento sentiva di provare quasi vergogna alla sola idea di aver fatto una cosa così stupida.

La sua grafia, prima di tutto, era orribile e incomprensibile ed era certo di aver fatto così tanti errori che il suo messaggio sarebbe stato facilmente frainteso.

Però, aveva sentito il bisogno di farlo perché di persona non sarebbe mai riuscito a pronunciare quelle parole. Il solo pensiero di esporsi a Lysithea in quel modo lo rendeva oltremodo nervoso, di conseguenza l'utilizzo di una lettera - che non poteva né arrossire né balbettare - gli era sembrata la cosa più logica da fare. D'altro canto, era stata proprio la stessa Lysithea a insegnargli a leggere e scrivere e voleva... dimostrargli quanti per lui quel gesto fosse stato importante e, soprattutto, quanto la loro amicizia avesse un ruolo importante nella sua vita.

Perché per Cyril tutta la sua esistenza era sempre girata attorno a Lady Rhea e alla chiesa, aveva evitato di stringere amicizie per la stupida, e forse infondata, paura di perdere l'unico posto che poteva chiamare 'casa'... ma Lysithea aveva spazzato via ogni sua sicurezza. Lo aveva fatto diventare, in un certo qual modo, migliore e per quel motivo voleva ringraziarla e quella lettera, scritta di suo stesso pugno, conteneva tutti i suoi sentimenti di gratitudine e amicizia che Cyril di persona non sarebbe mai riuscito a esprimere.


The Seeker

Mar. 21st, 2020 02:45 pm
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Fandom: Harry Potter 

Personaggi: Tifoserie, Cercatori, Giocatori di Quidditch

Rating: SAFE

Parole: 315

Prompt: The Seeker

Note:

  1. Mi sembrava più che naturale descrivere una partita di Quidditch LOL


La folla stipata nelle tribune urlava inferocita mentre le due squadre di Quidditch si davano aspramente battaglia. Era normale, anche durante quelle sfide scolastiche, che gli scontri fossero al limite della regolarità, infatti sembrava quasi una 'legge non scritta' il fatto che gli studenti talvolta fossero in grado di mostrarsi anche più competitivi dei giocatori professionisti di quello Sport Magico.

Gli spettatori inneggiavano cori per le squadre che portavano i colori della loro Casata ed ululavano contrariati quando l'azione si spostava in mano agli avversari. Tutto quello sembrava quasi unirsi in un unico rumore, un cupo verso che il più delle volte neanche veniva sentito dagli stessi giocatori, troppo impegnati a muoversi per il campo sulle loro scope.

In tutto quello però vi era una sola eccezione che faceva cambiare nettamente i rumori emessi dalle varie tifoserie ed era la comparsa del vero protagonista di ogni partita, il giocatore che passava gran parte del match in disparte, lontano dai pericolosi Bolidi e dai Cacciatori che sfrecciavano lungo tutto il campo come schegge impazzite, inseguendo la pluffa nel tentativo di segnare qualche punto.

Il Cercatore.

Quando si mostrava, spingendo il suo manico di scopa al massimo anche fin dentro l'azione dei suoi compagni, significava solo che era apparso anche il Boccino d'Oro, la minuscola sfera alata che avrebbe messo la parola fine a quella partita.

Erano i due Cercatori le vere stelle di ogni scontro, e quando gli spettatori vedevano i loro beniamini partire all'inseguimento di quella pallina - che il più delle neanche riuscivano a vedere - allora si univano in un unico, eccitato rumore . Diverso dal continuo scontrarsi di tifoserie avversarie che creava quella monotonia di suoni, perché tutti in quegli istanti volevano solamente inneggiare il loro Cercatore, incoraggiandolo durante l'inseguimento, spalla contro spalla, con la sua controparte avversaria. Sperando, ovviamente, che il risultato fosse la gloria e la vittoria  della propria squadra.


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Fandom: Final Fantasy XV

Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Scientia

Rating: SAFE

Parole: 285

Prompt: Praesumitur bonus de bono genere natus. - 'Da onesti genitori buoni figli.'

Note:

  1. Gladio e i suoi sogni (che condivido un sacco. PLS SPOSATEVI)


Era stato un violento e avuto pianto ad aver bloccato Ignis e Gladio nel mercato di Lestallum. Tutti i presenti si erano un po' allarmati alla vista di quel bambino di sì e no tre anni che strillava e singhiozzava, faticando addirittura a respirare.

Era una di quelle situazioni nelle quali si poteva solo agire e per quanto Gladio avesse subito fatto un passo verso il bambino, non rimase sorpreso nel vedere Ignis precederlo.

Si era inginocchiato per essere all'altezza del bambino e aveva iniziato a parlargli con voce dolce e calma, comprensiva, tant'è che il più piccolo - sentendosi forse rassicurati dalla sua presenza - non esitò ad abbracciarlo con forza, nascondendo il visino contro l'incavo del collo dell'uomo.

Era palesemente terrorizzato, e quella paura era anche comprensibile visto che si era perso nella zona più affollata di Lestallum.

Ignis in ogni caso, ricambió l'abbraccio, accarezzandogli la schiena con dei movimenti lenti, mormorando qualche parola altra parola di incoraggiamento per rassicurare il più piccolo sul fatto che i genitori sarebbero arrivati presto e che era al sicuro lì con loro.

Lentamente il pianto si placò e Gladio non poté non mostrarsi sorpreso dall'abilità di Ignis con i bambini, infatti gli venne addirittura spontaneo soffermarsi a pensare un fiero e orgoglioso: «Diventerà sicuramente un buon padre per i nostri figli».

Era un pensiero un po' imbarazzante ma aveva anche una certa fondatezza perché sia lui che Ignis erano delle brave persone. Leali e oneste, retti nel loro lavoro tanti quanto erano fedeli l'uno all'altro. Si amavano e un giorno, avrebbero sicuramente avuto dei figli che, grazie ai loro insegnamenti, avrebbero seguito le loro stesse orme.

Non poteva essere altrimenti, non con due genitori come loro.


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Fandom: Promare

Personaggi: Galo Thymos, Lio Fotia

Rating: SAFE

Parole: 585

Prompt: Donec dies elucescat. - 'Fino a che non spunta il giorno.'

Note:

  1. Dedicata a Lera <3


Quando Galo si era svegliato, trovando il letto vuoto, gli fu impossibile non dare inizialmente di matto alla sola idea che Lio se ne fosse andato, abbandonandolo.

Fortunatamente, quel momento di follia, duró ben poco perché i suoi occhi si posarono subito sulla familiare ed esile figura del suo compagno a pochi metri da lui.

Lio era seduto accanto alla finestra, con lo sguardo perso verso il paesaggio all'esterno nella camera. Indossava un pigiama pesante e, sulle spalle, aveva anche una copertina in pile.

Da quando i Promare se ne erano andati, era diventato più sensibile alle temperature e Galo - che di natura era un tipo estremamente caloroso - si era sempre mostrato più che comprensivo nei confronti del suo compagno. D'altro canto, piaceva anche a lui lo stringerlo a sé per riscaldarlo.

Ciò nonostante, vi erano dei momenti nei quali non era possibile risolvere tutto con un abbraccio.

«Ehi Lio?», lo richiamò infatti Galo, lasciando il letto per raggiungerlo accanto alla finestra. Promepolis era ancora avvolta dalle tenebre ma, all'orizzonte, si poteva iniziare a vedere una vaga e piacevole linea di luce.

Il suo compagno lo guardò con un mezzo sorriso di circostanza, segno della solita malinconia che lo coglieva in genere verso quell'ora del mattino.

«Mi... mancavano le loro voci», ammise. Non era una novità per Galo.

Lio aveva passato così tanto tempo in compagnia dei Promare, sentendo le loro voci e desideri, che improvvisamente il mondo gli doveva essere sembrato estraneo. Silenzioso e freddo, un luogo che non gli apparteneva più.

Ed in momenti come quelli che, per orgoglio, tendeva ad isolarsi anche se era ben consapevole del fatto che Galo era disposto a tutto pur di riempire quel vuoto.

Non sarebbe mai stato lo stesso, ne era consapevole, ma non avrebbe mai lasciato Lio da solo.

Infatti, con un sorrisetto, afferrò il suo compagno costringendolo ad alzarsi dalla sedia che aveva trascinato fin lì. Fu uno scambio di posti veloce e anche scontato, perché in un solo attimo Galo attirò di nuovo su di sé Lio, costringendolo non solo seduto sulle sue gambe ma anche stretto in un abbraccio caldo e affettuoso.

«Restiamo insieme fino a che non spunta il giorno?», propose con tono allegro e genuino, che strappò finalmente un vero sorriso a Lio.

Non esistevano parole per consolarlo, Galo lo sapeva bene, per quel motivo usava ben altre armi per aiutarlo: e il suo amore era uno di quelli.

Lio infatti sembrò non esitare nel posare le labbra sulle sue in una tenera carezza a mo di ringraziamento.

«Crollerai prima di vedere i primi raggi del sole», gli fece presente, sistemandosi meglio nell'abbraccio di Galo.

«Sono abituato a fare i turni notturni. Non mi addormento mica per così poco!», ribatté con convinzione, anche se era onestamente sicuro della veridicità delle parole di Lio… ma d'altro canto, non era una gara a chi rimaneva più sveglio. Perché se Galo era lì, era anche per condividere con Lio quel legame che avevano formato quando avevano salvato l'intera Terra.

«Vedremo», mormorò Lio in risposta, mostrandosi finalmente rilassato.

Anche se dei Promare ormai non rimaneva altro se non un ricordo, ciò che condividevano era molto più importante di ciò che Lio aveva perso.

Ovviamente, Galo, si sarebbe riaddormentato da lì a poco e non sarebbe rimasto per davvero fino allo spuntare del giorno… ma non importava, perché anche se non sarebbe stato sveglio a Lio sarebbe bastato sapere che Galo ci sarebbe sempre stato, alba dopo alba. Non lo avrebbe mai abbandonato.


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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Yuri, Hapi

Rating: SAFE

Parole: 300

Prompt: Dum loquor, hora fugit - 'Mentre parlo, l'ora fugge' (Ovidio)

Note:

  1. Ispirata al support tra questi due. Che sono adorabili insieme ç___ç


Seduti sotto il cielo stellato, Yuri non poteva fare a meno di ascoltare Hapi quasi affascinato mentre la sua compagna gli parlava di tutte quelle costellazioni dai nomi talvolta improbabili ma che, attraverso i racconti della ragazza, sembravano sensati.

Yuri era sempre stato curioso e affamato di conoscenza, ma la sua vita aveva sempre avuto ben altre priorità e non gli era stato possibile sanare quella sete, per quel motivo si sentiva disposto anche a passare l'intera notte ad ascoltare Hapi che, con la sua voce calma, lo trasportava in quelle lontane stelle.

Il suo unico nemico, durante quei momenti, era il tempo. Perso com'era in quei racconti, il più delle volte Yuri neanche si rendeva conto delle ore che erano trascorse veloci e inesorabili, impossibili da arrestare.

«Si è fatto tardi», gli faceva presente la sua compagna a quel momento e Yuri, un poco dispiaciuto non poteva far altro se non annuire.

«Non sembrerebbe», ammise sincero, tenendo d'occhio Hapi che, con un mugolio, si stiracchiò.

«Tra poco verranno gli altri a darci il cambio», commentò ancora la ragazza, giocando con una ciocca dei suoi capelli.

«... sei stanca?», le chiese ed Hapi, sbattendo gli occhi, lo fissò confusa, «Potremo spostarci e... continuare?»

A quel punto, la ragazza sorrise palesemente divertita. Per un momento, Yuri pensò di trovarsi davanti ad una risposta affermativa, ma Hapi scosse il capo.

«Yuyu, lasciati un po' di storie per i prossimi giorni», rispose con tono leggero, «prometto che ci sarà una prossima volta».

Non aveva motivo di dubitare delle parole della sua compagna e Yuri, a quel punto, dovette accettare, sperando al tempo stesso di trovare un modo per 'allungare il tempo'. Era impossibile, lo sapeva, ma avrebbe fatto di tutto per impedire al tempo di scorrere mentre Hapi parlava con lui delle stelle.
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Fandom: Fire Emblem Three Houses 

Personaggi: Claude von Riegan (Khalid)

Rating: SAFE

Parole: 215

Prompt: Vivere militare est - 'Vivere è combattere'

Note:

  1. Hanno appena confermato che Claude è un nome falso e non potevo non sfruttarlo per analizzare ancora il suo passato <3


Khalid era abituato a combattere per sopravvivere, per quel motivo aveva sempre associato la vita ad un combattimento, ad una lotta continua per la sopravvivenza.

Questo perché, sin da quando aveva memoria, la sua esistenza era stata costellata da innumerevoli pericoli, il più delle volte provenienti dalla sua stessa famiglia. Aveva parecchi fratellastri che non avevano preso bene il nuovo matrimonio del padre, il sovrano di Almyria, e lo avevano visto un po' come una minaccia. La conseguenza era stata più che ovvia: tentativi di omicidio.

Pericoli che Khalid aveva superato spesso grazie a Nader, ed altrettante volte grazie alla sua sua mente sveglia e furba.

L'unica cosa che non poteva evitare, era il pensiero del popolo di Almyria che lo vedeva come un 'figlio del Fòdlan'. Non uno di loro, neanche la somiglianza con suo padre gli evitava quegli ‘insulti’ né il fatto che la sua stessa madre fosse diventata una delle guerriere più temute e rispettate di tutta la regione.

La chiusura mentale di quella gente era il nemico più grande che Khalid si era ritrovato ad affrontare e lo aveva portato a sviluppare un desiderio.

Un’immagine di libertà e uguaglianza, di apertura dei confini e di vere alleanze, un mondo nel quale esistere non significava per forza combattere ma più semplicemente vivere.


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Fandom: Fire Emblem Three Houses

Personaggi: Yuri

Rating: SAFE

Parole: 220

Prompt: Amicus curiae - 'amico della corte'

Note:

  1. LA cosa che Yuri vende il suo corpo è… a tratti canon XD


Yuri Leclerc era quello che, nel gergo del Fòdlan, veniva definito 'amico della corte'. Non era un termine per così dire 'gentile', perché veniva utilizzato per descrivere chi era solito farsi strada utilizzando il proprio corpo come merce di scambio... e Yuri era esattamente una di quelle persone.

Non ne andava fiero, quello era ovvio, ma non poteva permettersi di mostrare a nessuno quei sentimenti - nemmeno a se stesso. Provare qualcosa di diverso dalla sicurezza, dalla malizia e dalla furbizia, nel suo mondo significava rischiare la vita. Non che la sua esistenza fosse poi così importante, ma altre vite dipendevano dalla sua e quello per Yuri era estremamente importante.

Fin quando poteva proteggere le persone che amava, assicurare loro una vita agiata e priva di pericoli, non gli importava di venire definito 'amico della corte' o 'puttana'. Non gli importava dover vendere il suo corpo per un tozzo di pane o per qualche altro bene di prima necessità.

Sua madre e i suoi amici meritavano solo il meglio, e Yuri era davvero disposto a dare ogni singola parte del suo corpo e spirito solo ed esclusivamente per il loro bene.

Solo di tanto in tanto sentiva il peso delle oscenità gravare sulle sue spalle, ma il sorriso di quelle persone per lui così importante, lo aiutava sempre a risollevarsi.


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